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Venezia81 rilancia la leggenda dei Pavement

– Alla Mostra del cinema sarà presentato in prima mondiale l’insolito documentario sulla band tornata alla ribalta grazie a TikTok
– Il gruppo californiano ha rappresentato per l’indie rock degli anni Novanta quello che i Beatles sono stati per il pop degli anni Sessanta

Pavements, il biopic ibrido o documentario insolito di Alex Ross Perry sulla band californiana dei Pavement, sarà presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia che quest’anno si svolge dal 28 agosto al 7 settembre. Pavements gareggerà nella sezione Orizzonti. Oltre ai membri della band, il cast include Joe Keery, Jason Schwartzman, Tim Heidecker, Zoe Lister-Jones, Michael Esper, Nat Wolff, Fred Hechinger, Logan Miller, Griffin Newman e Kathryn Gallagher. Il film, secondo l’annuncio, è «un ibrido prismatico, narrativo, sceneggiato, documentario, musicale, metatestuale», che documenta in parte il tour di reunion 2022 dei Pavement.

Annunciato per la prima volta in un articolo del New Yorker del 2022, Pavements ha generato il musical Slanted! Enchanted! messo in scena a New York nel dicembre di quell’anno, filmati che sono presenti nel film. Stephen Malkmus, leader della band, secondo quanto scriveva Hannah Seidlitz del New Yorker, aveva detto «che non era interessato ad assumere un documentarista. Voleva assumere uno sceneggiatore. Ma non voleva una sceneggiatura». L’annuncio adesso spiega che il film traccia «i preparativi per un musical basato sulle loro canzoni, un museo dedicato alla loro storia e un biopic hollywoodiano ad alto budget ispirato alla loro saga come la band più importante di una generazione».

Il regista Alex Ross Perry ha precedentemente lavorato al video Harness Your Hopes di Pavement, nonché a una serie di film indipendenti di genere. Perry ha detto al New Yorker che voleva scrivere qualcosa di «legittimo, ridicolo, reale, falso, idiota, cliché, illogico». E ha aggiunto: «Prendi il film di Todd Haynes su Bob Dylan, il documentario di Scorsese, il documentario Pennebaker e il film che Dylan stesso ha diretto e che tutti odiano (Renaldo e Clara), e li metti tutti in un frullatore».Può essere un’esagerazione dire che Pavement sono stati i Beatles della loro generazione, ma in effetti un po’ lo sono stati. Quello che i Beatles erano per il pop degli anni Sessanta, Pavement lo sono stati per l’indie rock degli anni Novanta, l’atto definitivo di impostazione del ritmo del decennio che ha subito molte evoluzioni sorprendenti. E a un esame più attento, le loro rispettive narrazioni sono parallele in misura inquietante: l’epocale Slanted and Enchanted del 1992 ha scatenato la corsa iniziale di “pavemania”; Crooked Rain del 1994 è stato un passo in stile Rubber Soul/Revolver verso la sofisticazione; il capolavoro del 1995 Wowee Zowee ha rappresentato il loro periodo di sperimentazione; Brighten the Corners del 1997 è stato il consolidamento dei punti di forza in stile Abbey Road della band. E poi c’è Terror Twilight del 1999, che è stato il Let It Be dei Pavement, e non solo perché rappresenta la lapide finemente cesellata per una carriera brillante: è un album che ha cercato di conciliare le estremità eleganti ed eccentriche del suono dei Pavement in una dichiarazione pop incontaminata. 

Nonostante lo scioglimento nel 1999, l’influenza di Pavement sulla scena indie è ancora palpabile. Band come Modest Mouse, Franz Ferdinand, The Shins, Radiohead, Arctic Monkeys e The National li hanno citati come ispirazione significativa. Sono stati elogiati per il loro uso inventivo delle tecniche di produzione lo-fi, così come i loro testi spiritosi. Il suono di Pavement continua a riecheggiare attraverso le sale dell’indie rock, plasmando il futuro pur rimanendo un simbolo del passato.

Dopo anni di dubbi sulla possibilità che sarebbero mai tornati insieme, i Pavement si sono riuniti per un tour mondiale nel 2010, e poi hanno ripreso strade separate. Il chitarrista Scott Kannberg è rimasto nelle band e ha pubblicato la sua musica e quella di altri, mentre il batterista Steve West è uno scalpellino a Richmond, in Virginia, e il bassista Mark Ibold è un barista a Brooklyn. Il percussionista Bob Nastanovich, a Des Moines, Iowa, ha un podcast chiamato “3 Songs” e lavora nelle corse di cavalli. Per dimostrare alle persone del mondo dell’ippica che era un Pavement, a volte doveva cercare su Google la band e mostrare loro le foto.

Ma poi è successo qualcosa di inaspettato: Harness Your Hopes – un lato B pubblicato nel 1999 – è diventato virale su TikTok con più di 10 milioni di visualizzazioni di persone che ballano e cantano il brano. È anche la traccia dei Pavement su Spotify con più click: quasi 160 milioni. «Forse col senno di poi sarebbe stato un singolo di successo, ma è sempre bene lasciare che il tuo pubblico capisca quali sono i tuoi successi», ha commentato Nastanovich.

È stata aperta una mostra, Pavements 1933-2022, in una galleria di Manhattan che traccia la storia della band attraverso volantini, opere d’arte, quaderni e video. Alcune pubblicità hanno mostrato la portata – e la profondità – della band negli anni Novanta: c’è Malkmus che strimpella una scopa come una chitarra per la campagna “Think Different” della Apple, un gioco sulla copertina del loro album Wowee Zowee per Absolut Vodka e promozioni per “Got Milk?” e le biblioteche americane. 

La riscoperta dei Pavement, anche da parte di un pubblico più giovane, ha convinto Stephen Malkmus a portare la storia della band sul grande schermo. Chissà se l’uscita di Pavements riporterà in vita anche la band.

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