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Venezia 2024, la politica

Dal suprematismo bianco ai desaparecido della ditadura militar del Brasile anni Settanta, dall’estrema destra parigina all’economia cinese
– Tom Rowlands dei Chemical Brothers scrive la colonna sonora della serie tv “M – Il figlio del secolo” sull’ascesa del fascismo tratta dal romanzo di Scurati
– Mistero sul film georgiano “The Antique” bloccato dal giudice: copyright o censura politica alla vigilia della Mostra di Venezia da parte della Russia?

In un’edizione del Festival di Venezia, la numero 81, particolarmente declinata sulla politica e le guerre, anche il concorso dà ad entrambe ampiamente voce con quattro film sui ventuno in corsa per il Leone d’oro: The Order di Justin Kurzel, sul suprematismo bianco; Jouer avec le feu di Delphine & Muriel Coulin, sulla politica che ti entra in casa grazie a un figlio; I’m Still Here di Walter Salles su una donna che cerca la verità sul marito scomparso durante la dittatura militare in Brasile; Youth – Homecoming di Wang Bing sul dove va oggi l’economia cinese.

The Order

Cominciamo da The Order, il thriller politico di Justin Kurzel che si svolge nel 1983, quando una serie di crimini sempre più frequenti e violenti scuotono la zona nord-occidentale degli USA. Rapine in banca, contraffazione, furti di auto blindate che seguono schemi comuni, ma che riescono a confondere le indagini dell’FBI. La svolta si presenta quando un agente (Jude Law) che lavora per conto proprio in una cittadina dell’Idaho ha l’intuizione giusta. Non si tratta di semplici criminali, ma di un’organizzazione terroristica di suprematisti bianchi che pianificavano una rivoluzione conservatrice guidata dallo spietato Robert Jay Mathews (Nicholas Hoult). 

Jouer avec le feu
Nel segno di quando la politica ti entra in casa c’è Jouer avec le feu di Delphine & Muriel Coulin. Pierre (Vincent Lindon), un ferroviere sulla cinquantina, cresce da solo i suoi due figli. Quando Louis, il più giovane, lascia la casa per andare a studiare alla Sorbona di Parigi, Fus, di poco più grande e che non ama troppo studiare , diventa ogni giorno più misterioso. Affascinato sempre di più dalla violenza, si ritrova mescolato a gruppi di estrema destra, agli antipodi dei valori di suo padre. 

I’m Still Here

Ritorno dopo dodici anni al Lido per Walter Salles – regista brasiliano già vincitore dell’Orso d’oro per Central do Brasil (1998) – con I’m Still Here. Fernanda Torres interpreta Eunice Paiva, una donna che cerca la verità sul marito scomparso durante la dittatura militare in Brasile. È la ricostruzione di una vicenda autentica, la ricerca da parte della moglie dell’ex deputato socialista, Marcelo Rubens Paiva, arrestato e fatto scomparire dalla polizia durante la dittatura militare brasiliana all’inizio degli anni Settanta. Salles era amico della famiglia del deputato. Tutto è accaduto nel 1971, nel pieno della ditadura militar, Eunice Paiva madre di cinque figli, diventa un’attivista militante quando il marito scompare. Il film è basato sull’omonimo memoir dello stesso Marcelo Rubens Paiva. 

Youth – Homecoming
Se è vero, come diceva il grande Karl Marx ne Il Capitale, che il vero cuore della politica sta nell’economia, da non perdere Youth – Homecoming di Wang Bing. Ultimo capitolo della trilogia del regista – il più grande documentarista cinese in attività – che ha già dedicato il primo capitolo Youth Spring a un gruppo di giovani lavoratori tessili che si spostano dai loro villaggi rurali per lavorare in manifatture cittadine, film in concorso a Cannes l’anno scorso. Il secondo capitolo lo si vedrà a Locarno mentre in quello conclusivo che approda al Lido c’è il ritorno a casa dei ragazzi, dopo il fallimento della fabbrica in cui erano impiegati e sfruttati a Zhili, vicino a Shanghai. 

Migrati dai villaggi rurali per lavorare, vivono come formiche in dormitori, sperando di costruirsi un futuro migliore. Le loro amicizie e relazioni amorose si sviluppano e si dissolvono sotto le pressioni economiche e familiari. Wang Bing documenta un anno della loro vita quotidiana, catturando le sfide e i sogni di questi giovani lavoratori.

M – Il Figlio del Secolo

Non è un film, ma una serie tv Sky Original tratta dal celebre romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega, e racconterà l’ascesa del fascismo e la figura di Benito Mussolini, interpretata da Luca Marinelli. 

Come il romanzo, M – Il Figlio del Secolo esplora la storia di un Paese che ha ceduto alla dittatura e di un uomo che è rinato più volte dalle sue ceneri. Narra gli eventi dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al noto discorso di Mussolini in Parlamento nel 1925, successivo all’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Inoltre, offre uno sguardo sul lato privato di Mussolini e sulle sue relazioni personali, inclusi i legami con la moglie Donna Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e altre figure iconiche dell’epoca.

Scritta da Stefano Bises e Davide Serino, con il contributo di Antonio Scurati, M – Il Figlio del Secolo presenta un’accurata ricostruzione storica, documentando ogni evento, personaggio e dialogo con rigore. La colonna sonora, composta da Tom Rowlands dei Chemical Brothers, arricchisce ulteriormente l’atmosfera, con una qualità premiata da Grammy, Brit Award e MTV Europe Music Award.

The Antique

Una contestazione sul copyright di sceneggiatura o una questione di censura perchè politicamente sgradito alla Russia? Alla vigilia dell’apertura della Mostra del cinema di Venezia un caso sta facendo discutere, quello del film The Antique, opera seconda della regista Rusudan Glurjidze, in programma in concorso alle Giornate degli Autori. Il film è stato fermato con decreto d’urgenza del Tribunale di Venezia, accogliendo il ricorso dalle società Viva Film (Russia), Avantura Film (Croazia) e Pygmalion (Cipro), produttori di minoranza per presunta violazione di copyright.

Il sospetto censorio è lecito. The Antique narra di fatti tragici subiti dal popolo georgiano nel 2006 e dalla stessa regista di Tblisi Rusudan Glurjidze ossia la deportazione illegale di migliaia di georgiani condotta dalla Russia. Glurjidze nelle note dichiara: «La storia è ambientata nella San Pietroburgo dei giorni nostri, durante le espulsioni illegali di massa dei georgiani da parte della Russia. Si riferisce a eventi reali che hanno causato grande sofferenza a me e ai miei connazionali. Questa crudele campagna di deportazioni era rivolta esclusivamente ai cittadini georgiani. È stata il risultato di un brusco peggioramento delle già tese relazioni politiche tra i due stati. Nei primi giorni, 2.680 persone furono espulse».

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