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The Doors – “The Doors”

Ogni domenica, segnalisonori dà uno sguardo approfondito a un album significativo del passato. Oggi rivisitiamo il disco che ha segnato l’inizio della carriera di una delle band più leggendarie di tutti i tempi, definendo anche un’epoca

L’omonimo album di debutto dei The Doors, pubblicato nel gennaio del 1967, è uno dei lavori più iconici e influenti della storia del rock. Questo disco non solo ha segnato l’inizio della carriera di una delle band più leggendarie di tutti i tempi, ma ha anche definito un’epoca, incapsulando lo spirito ribelle, l’introspezione psichedelica e l’esplorazione lirica che caratterizzava la fine degli anni Sessanta. Con brani indimenticabili come Break on Through (To the Other Side)Light My Fire e The End, l’album ha stabilito nuovi standard musicali e culturali, diventando un punto di riferimento per generazioni di artisti e fan.

Correva l’anno 1967

Il 1967 è considerato uno degli anni più rivoluzionari nella storia della musica rock. La controcultura stava vivendo il suo apice, e il rock psichedelico dominava le scene musicali di tutto il mondo. In questo contesto, i Doors emergono come una voce unica e distintiva, con il loro mix di rock, blues, jazz e psichedelia che si fondeva in un suono nuovo e potente. La band, composta da Jim Morrison (voce), Ray Manzarek (tastiere), Robby Krieger (chitarra) e John Densmore (batteria), si distinse rapidamente per la sua capacità di creare atmosfere oscure e mistiche, esplorando temi di alienazione, desiderio e morte.

L’album The Doors è il risultato di questa miscela esplosiva di influenze musicali e tensioni sociali. Registrato tra agosto e settembre del 1966 ai Sunset Sound Recorders di Hollywood, il disco fu prodotto da Paul A. Rothchild e ingegnerizzato da Bruce Botnick, entrambi collaboratori di lunga data della band. Il disco rappresenta una pietra miliare non solo per il suo contenuto musicale, ma anche per il modo in cui fu prodotto e presentato al pubblico. Con una durata di poco più di 44 minuti, The Doors condensa in dieci tracce tutta la potenza e la versatilità del gruppo, rendendo ogni brano un pezzo indispensabile del puzzle.

La copertina: un’icona del rock

La copertina dell’album è diventata nel tempo una delle immagini più riconoscibili del rock. Creata dal fotografo Guy Webster, la cover mostra un’immagine in bianco e nero della band con Jim Morrison in primo piano, il suo sguardo intenso e magnetico rivolto direttamente verso l’obiettivo. Sullo sfondo, i volti degli altri membri della band sono parzialmente oscurati, quasi a suggerire che Morrison fosse la figura centrale e carismatica del gruppo. Questa immagine riflette perfettamente l’aura misteriosa e affascinante della band, contribuendo a cementare l’immagine di Jim Morrison come “il Re Lucertola”, un appellativo che avrebbe portato con sé per tutta la carriera.

Le tracce: un viaggio attraverso l’inconscio

  • 1. Break on Through (To the Other Side)

Il brano d’apertura dell’album è una dichiarazione di intenti. Con il suo ritmo incalzante e la voce potente di Morrison, la canzone incarna l’urgenza e la ribellione che caratterizzano l’intero disco. Il testo, che parla di superare le barriere e abbracciare l’ignoto, risuona profondamente con l’atmosfera di cambiamento sociale e culturale dell’epoca. Musicalmente, la traccia mescola rock e bossa nova, con un groove ipnotico sostenuto dal basso suonato con i pedali del piano da Manzarek, in assenza di un bassista.

  • 2. Soul Kitchen

È un omaggio a uno dei ristoranti preferiti di Morrison a Los Angeles, Olivia’s, dove si servivano cibi semplici e casalinghi. La canzone è una miscela di rock e blues, con un groove accattivante e un testo che esplora il tema della ricerca di un rifugio sicuro in un mondo caotico. Il brano si distingue per il suo ritmo sostenuto e l’interplay tra la chitarra di Krieger e le tastiere di Manzarek, che creano un’atmosfera calda e avvolgente.

  • 3. The Crystal Ship

È una delle ballate più affascinanti dell’album, caratterizzata da una melodia delicata e sognante. Il testo è stato interpretato in molti modi, ma una delle interpretazioni più comuni è che parli di una storia d’amore perduta e del viaggio interiore che ne consegue. La voce di Morrison qui è particolarmente evocativa, mentre le tastiere di Manzarek dipingono un paesaggio sonoro etereo che accompagna l’ascoltatore in un viaggio attraverso l’inconscio.

  • 4. Twentieth Century Fox

È un brano ironico e spensierato, con un testo che prende in giro l’immagine stereotipata della “donna moderna” che si conforma agli standard di bellezza del XX secolo. La canzone è costruita su un ritmo vivace, con una linea di chitarra accattivante e un ritornello che resta in mente. Nonostante il tono leggero, il brano contiene una critica sottile alla superficialità e al conformismo della società.

  • 5. Alabama Song (Whisky Bar)

Una delle tracce più particolari dell’album, essendo una cover di un brano scritto da Bertolt Brecht e Kurt Weill per l’opera teatrale L’ascesa e caduta della città di Mahagonny. La versione dei Doors trasforma la canzone in un inno stravagante e surreale, con Morrison che interpreta il testo con un tono quasi teatrale. La traccia è caratterizzata dall’uso prominente delle tastiere di Manzarek, che conferiscono un’atmosfera da cabaret al brano.

  • 6. Light My Fire

È senza dubbio il brano più famoso dell’album e uno dei più grandi successi dei Doors. Con i suoi oltre sette minuti di durata, la canzone è un tour de force musicale, caratterizzato da un lungo assolo strumentale che vede Manzarek e Krieger esplorare nuove frontiere sonore. Il testo, che parla di desiderio e passione, è reso ancora più potente dalla voce di Morrison, che qui raggiunge alcune delle sue vette più alte. Light My Fire è diventata un simbolo dell’epoca e ha contribuito a consolidare il successo dei Doors a livello mondiale.

  • 7. Back Door Man

È la cover di un classico blues scritto da Willie Dixon e reso famoso da Howlin’ Wolf. La versione dei Doors è carica di energia e sensualità, con Morrison che interpreta il testo con una intensità selvaggia. Il brano rappresenta uno degli esempi più chiari dell’influenza del blues sulla musica dei The Doors, e dimostra la capacità della band di reinterpretare i classici in modo personale e innovativo.

  • 8. I Looked at You

È una canzone relativamente breve e orecchiabile, con un ritmo vivace e un testo che parla di un amore improvviso e inaspettato. Il brano è costruito su una struttura semplice e diretta, ma riesce comunque a catturare l’attenzione grazie all’energia della performance della band e alla voce carismatica di Morrison.

  • 9. End of the Night

Una delle tracce più oscure e inquietanti dell’album. La canzone è caratterizzata da un ritmo lento e ipnotico, con un’atmosfera che evoca sensazioni di alienazione e malinconia. Il testo, ispirato a Le Porte della Percezione di Aldous Huxley, esplora temi di morte e rinascita, conducendo l’ascoltatore in un viaggio attraverso le ombre della mente umana.

  • 10. Take It as It Comes

Incarna l’approccio fatalistico di Morrison alla vita. La canzone è costruita su un ritmo energico, con un testo che invita ad accettare la vita così come viene, senza cercare di controllare o prevedere il futuro. Musicalmente, il brano è un mix di rock e psichedelia, con un ritornello che rimane impresso nella mente dell’ascoltatore.

  • 11. The End

L’album si chiude con una delle canzoni più ambiziose e complesse della band. Con una durata di oltre 11 minuti, il brano è un epico viaggio sonoro che esplora temi di morte, incesto e distruzione. La canzone è caratterizzata da un’atmosfera cupa e misteriosa, con una struttura musicale che si sviluppa in modo lento e inesorabile, fino a raggiungere un climax drammatico. Il testo, ricco di simbolismi e immagini surreali, è stato interpretato in molti modi, ma rimane una delle espressioni più potenti della poetica di Morrison. Bisogna ricordare sempre che Jim Morrison era un poeta prima ancora che un musicista, ed è comprensibile che in una sua stessa opera lui abbia mischiato sfumature e significati diversi. The End, ad ogni modo, rimane un grande classico della musica e in fin dei conti, come disse lo stesso artista, ciascuno di noi può leggerci il significato che ritiene sia il più consono. The End è diventata una sorta di manifesto per la band, rappresentando la loro capacità di spingere i confini della musica rock e di esplorare le profondità dell’animo umano.

Le reazioni all’album

The Doors ebbe un impatto immediato e duraturo sulla scena musicale. Il disco raggiunse rapidamente le vette delle classifiche, e Light My Fire divenne uno dei singoli più venduti del 1967. Il sound innovativo dell’album influenzò profondamente molti artisti contemporanei e delle generazioni successive, aprendo nuove strade per l’esplorazione musicale.

Oltre al successo commerciale, l’album ricevette anche elogi critici, venendo considerato un capolavoro che definiva un nuovo standard per la musica rock. La critica lodò la capacità dei Doors di combinare testi poetici e complessi con un sound accessibile e coinvolgente, e la figura di Jim Morrison iniziò a emergere come quella di un vero e proprio poeta maledetto, capace di catturare l’attenzione e l’immaginazione di milioni di persone con il suo carisma.

A distanza di oltre cinquant’anni dalla sua pubblicazione, l’album The Doors continua a esercitare un’influenza enorme sulla musica e sulla cultura popolare. I brani dell’album sono stati reinterpretati, campionati e omaggiati da numerosi artisti, e l’immagine di Jim Morrison è diventata un’icona del rock, simbolo di libertà, ribellione e creatività senza compromessi.

L’album ha inoltre avuto un impatto significativo sul modo in cui la musica rock è percepita e compresa. The Doors ha dimostrato che il rock può essere non solo intrattenimento, ma anche un mezzo per esplorare temi complessi e profondi, e che una band può spingersi oltre i confini convenzionali per creare qualcosa di veramente unico e rivoluzionario.

The Doors ha contribuito a consolidare l’idea della band come una delle forze creative più importanti e influenti del rock. L’album ha posto le basi per il successo dei lavori successivi dei Doors, come Strange Days (1967) e Waiting for the Sun (1968), e ha cementato la loro reputazione come una delle band più innovative e avventurose della storia della musica.

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