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Sempre più scambi intergenerazionali

– Le collaborazioni tra artisti di diverse generazioni sono diventate un fenomeno sempre più comune e affascinante: da Tony Bennett e Lady Gaga a Milton Nascimento e Esperanza Spalding
– Per i giovani, lavorare con musicisti più esperti rappresenta un’opportunità di apprendimento. Gli anziani traggono beneficio dall’energia e dalla freschezza delle idee dei giovani

Nel mondo della musica, le collaborazioni tra artisti di diverse generazioni sono diventate un fenomeno sempre più comune e affascinante. Questi incontri creativi non solo uniscono esperienze e talenti diversi, ma creano anche una sinergia unica che arricchisce il panorama musicale globale. Attraverso la fusione di vecchie e nuove influenze, la collaborazione tra musicisti giovani e anziani produce spesso risultati sorprendenti e innovativi, contribuendo a preservare le tradizioni musicali e a introdurre nuove idee e stili.

Evoluzione storica delle collaborazioni

La collaborazione tra musicisti di diverse generazioni non è un fenomeno nuovo. Nella storia della musica, vi sono numerosi esempi di giovani talenti che hanno cercato l’ispirazione e la guida di artisti più esperti. Questo tipo di relazione ha radici profonde, risalendo ai tempi in cui la trasmissione orale e l’apprendistato erano i principali mezzi di diffusione della conoscenza musicale.


Nel jazz, ad esempio, le jam session hanno sempre rappresentato un terreno fertile per l’incontro tra musicisti di diverse età. Giganti del jazz come Miles Davis e John Coltrane hanno collaborato con artisti più giovani, contribuendo a plasmare il futuro del genere. Allo stesso modo, nel mondo della musica classica, maestri come Leonard Bernstein hanno lavorato con giovani prodigi, favorendo la crescita e lo sviluppo di nuove generazioni di musicisti. Ancora oggi Riccardo Muti con l’Orchestra Cherubini mette la sua esperienza al servizio di giovani allievi dei Conservatori.

Le collaborazioni intergenerazionali offrono numerosi vantaggi sia per i musicisti coinvolti che per il pubblico. Per i giovani artisti, lavorare con musicisti più esperti rappresenta un’opportunità unica di apprendimento. Possono acquisire conoscenze tecniche, comprendere meglio il contesto storico e culturale delle opere che eseguono e sviluppare una maggiore sensibilità musicale. Inoltre, l’esperienza e la saggezza degli artisti anziani possono aiutare i giovani a navigare il complesso mondo dell’industria musicale, fornendo preziosi consigli e mentorship.

D’altro canto, i musicisti anziani traggono beneficio dall’energia, dalla creatività e dalla freschezza delle idee dei giovani. Questi incontri possono riaccendere la loro passione per la musica, stimolarli a esplorare nuovi territori sonori e a sperimentare con tecnologie e stili contemporanei. La collaborazione con giovani artisti può anche offrire loro una nuova prospettiva sulla propria arte, portando a una reinterpretazione e a un rinnovo del proprio repertorio.

Esempi di collaborazioni riuscite

Uno degli esempi più celebri di collaborazione intergenerazionale è il lavoro tra il leggendario cantante Tony Bennett e la pop star Lady Gaga. Il loro album Cheek to Cheek(2014) ha riscosso un enorme successo, vincendo anche un Grammy Award. Questo progetto ha permesso a Bennett di avvicinarsi a una nuova generazione di ascoltatori, mentre Lady Gaga ha potuto esplorare il mondo del jazz e affinare le sue capacità vocali.

Un altro esempio significativo è la collaborazione tra il chitarrista e cantante blues B.B. King e il giovane chitarrista John Mayer. Mayer ha spesso dichiarato di considerare King una delle sue principali influenze. I due hanno suonato insieme in diverse occasioni, creando momenti musicali di grande intensità emotiva e tecnica. Questo tipo di collaborazione ha contribuito a mantenere vivo il blues, portando il suo messaggio a un pubblico più giovane.

Nel mondo della musica elettronica, l’incontro tra il pioniere del synth-pop Giorgio Moroder e la pop star Sia ha dato vita a brani di grande successo come Déjà Vu (2015). Questa collaborazione ha unito l’esperienza di Moroder nella produzione musicale con la voce unica e le melodie accattivanti di Sia, dimostrando come l’unione di talenti diversi possa creare qualcosa di veramente speciale.

C’è l’album dove il musicista esperto si mette al servizio di un gruppo di giovani, come nel recente But Not For Free, dove le session di registrazione diventano vere e proprie lezioni partiche del pianista messinese Giovanni Mazzarino, nelle quali sono coinvolti – come soggetti attivi – i talenti calabresi Matteo Pesce (batteria), Giuseppe Gugliotta (basso) e la cantante e autrice Veronica Parrilla, alla quale è intestato l’album. 

Il genere degli album collaborativi tra un fan più giovane e un eroe più anziano ha iniziato ad assumere diverse forme distinte negli ultimi anni. A volte gli artisti collaborano alla pari, scrivendo nuove canzoni insieme: prendi l’album FFS di Franz Ferdinand e Sparks del 2015, o quello del 2010 di Elton John con Leon RussellThe Union. Altre volte, il fan più giovane convince la leggenda più vecchia a scrivere nuove canzoni, come ha fatto Jack White con Loretta Lynn su Van Lear Rose nel 2004, o come ha fatto Dan Auerbach con Dr John in Locked Down del 2012. 

C’è anche la collaborazione che in realtà è un tributo sotto mentite spoglie, come l’album di Elvis Costello del 2005 con Allen ToussaintThe River In Reverse, dove Costello fa rivivere sette poco note vecchie canzoni di Toussaint e ha co-scritto alcuni inni al suo eroe. Questo è molto l’approccio che Esperanza Spalding (39 anni) ha adottato con Milton Nascimento (81 anni) nell’album appena pubblicato Milton + Esperanza, una collaborazione calda, quasi onirica fra la leggenda della musica brasiliana e la musicista jazz americana dopo quindici anni di amicizia tra i due. Spalding ha arrangiato e prodotto l’album e suona il basso per tutto il tempo, e la coppia canta insieme in quasi ogni traccia. Ciò include un duetto malinconico in portoghese fra Milton e Paul Simon, la prima canzone che Nascimento ha composto e pubblicato da anni.

Non sorprende che, a 81 anni, la voce di Nascimento non sia più quella di una volta. È più calma, instabile e a volte si sforza di raggiungere note che un tempo superava. Eppure, conserva un calore innegabile. È consumata, rodata. E offre una presenza confortante per tutto l’album, come la mano di un nonno nella tua.Spalding ha detto che Nascimento ha ancora un orecchio musicale molto allenato. «Ogni volta che provavo a fare un piccola concessione alla moda o un accordo un po’ diverso, lui diceva: “Stop. No. Non farlo”». Paul Simon, che ha un anno in più di Nascimento e continua a scrivere e registrare, ha detto che l’età ha un effetto maggiore sul canto che sul suonare uno strumento, ma che «Tony Bennett anche a quasi 95 anni manteneva la voce di un tempo». 

Sfide e Opportunità

Nonostante i numerosi vantaggi, le collaborazioni intergenerazionali non sono prive di sfide. Differenze di età possono portare a divergenze di opinioni e stili di lavoro. Le generazioni più anziane possono essere meno inclini ad accettare cambiamenti o sperimentazioni radicali, mentre i giovani possono trovare difficile comprendere o apprezzare le tradizioni e le metodologie consolidate.

Tuttavia, queste sfide rappresentano anche opportunità di crescita e apprendimento. La chiave per una collaborazione di successo risiede nella comunicazione aperta e nel rispetto reciproco. Entrambe le parti devono essere disposte a ascoltare e a imparare l’una dall’altra, mettendo da parte eventuali pregiudizi e lavorando insieme per creare qualcosa di nuovo e significativo.

Le collaborazioni intergenerazionali hanno un impatto profondo non solo sulla musica, ma anche sulla società nel suo complesso. Questi progetti dimostrano come l’arte possa superare le barriere dell’età, unendo persone di diverse generazioni attraverso una passione comune. In un’epoca in cui le divisioni generazionali sono spesso accentuate, la musica offre un potente strumento di coesione e dialogo.

Inoltre, le collaborazioni intergenerazionali possono contribuire a preservare e trasmettere il patrimonio culturale. Attraverso questi incontri, i giovani artisti apprendono non solo le tecniche musicali, ma anche le storie e le tradizioni che hanno plasmato la musica. Allo stesso tempo, introducono nuove idee e influenze che arricchiscono e trasformano questi patrimoni, assicurandone la vitalità e la rilevanza per le future generazioni.

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