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“Reunion”, l’affare d’oro della musica

– Gli Oasis sono gli ultimi di una lunga serie di band che hanno ceduto alla tentazione. I precedenti dei Van Halen, Police, Led Zeppelin, Pink Floyd e tanti altri. In Italia i casi dei Pooh e degli CCCP-Fedeli alla Linea
– «L’industria discografica non sta vivendo un momento splendente. Ha bisogno di grandi titoli, di eventi memorabili. E molte di queste band hanno bisogno di contanti. Questi due fattori creano le condizioni ideali»

Tra i pochi a mantenere fede alla decisione di chiudere definitivamente un capitolo sono stati i R. E. M.. La band di Michael Stipe, Peter Buck, Mike Mills e Bill Berry annunciò lo scioglimento di comune accordo il 21 settembre 2011 e mai, soprattutto Stipe, sono stati contagiati dalla febbre della “reunion”. Una tentazione alla quale in pochi riescono a resistere. Gli Oasis sono gli ultimi di una lunga serie di star della musica che hanno ceduto. 

«L’industria discografica non sta vivendo un momento splendente. Ha bisogno di grandi titoli, di eventi memorabili. E molte di queste band hanno bisogno di contanti. Questi due fattori creano le condizioni ideali», spiega Randy Philips, celebre promoter di concerti. Insomma, davanti a una cifra con diversi zeri, decenni di insulti e litigi possono improvvisamente essere dimenticati. È accaduto per David Lee Roth e Eddie Van Halen, quando hanno riformato i Van Halen con la prospettiva di 850mila dollari garantiti per show e la previsione di vendite che superava i 34 milioni di dollari. Si è ripetuto con Eric Clapton, che accettò tre performance al Madison Square garden insieme con i dissolti Cream che gli fecero incassare 10,6 milioni di dollari. Ed i Motley Crue hanno appianato le loro liti per buttarsi in un tour che gli ha fruttato 40 milioni di dollari. Liam e Noel Gallagher dalla reunion incasserebbero circa 60 milioni di sterline, con un profitto di 400 milioni di sterline per il tour comeback che si preannuncia storico. Incassi che consentirebbero a Noel di affrontare con più serenità le spese per il recente divorzio dalla sua seconda moglie, Sara MacDonald, che si dice gli sia costato circa 20 milioni di sterline.

Gli Oasis, al centro Noel e Liam Gallagher

E come vecchi pugili suonati che ritentano la scalata al titolo mondiale attratti da una appetibile borsa piena di dollari, anche nel rock sono in molti pronti a indossare nuovamente gli abiti di quand’erano giovani per battere cassa. Così l’elegantone e snob Sting, dopo la svolta rinascimentale e colta, si è ritrovato in canottiera e jeans accanto ai vecchi compagni d’avventura nei Police, il batterista Stewart Copeland ed il chitarrista Andy Summers.

Una delle reunion più celebri è quella dei Led Zeppelin. Formatasi nel 1968, la band britannica si è sciolta nel 1980, dopo la morte del batterista John Bonham. I componenti del gruppo hanno intrapreso strade soliste per poi riunirsi in cinque occasioni: la prima volta nel 1985 in occasione del leggendario Live Aid, l’ultima nel 2007, per un concerto alla O2 Arena di Londra. Sono state offerte cifre da capogiro per riunire la band e organizzare un tour, ma Robert Plant ha sempre rifiutato.

Nel 2005, invece, è toccato ai Pink Floyd, nati a Londra nel 1965, riunirsi nella loro formazione storica, compreso il “ribelle” Roger Waters, per il Live 8. C’è il momento reunion anche nella lunghissima storia di un’altra delle band che ha fatto la storia, gli Eagles. Il gruppo, formatosi a Los Angeles nel 1971, ha vissuto una lunga pausa, dal 1980 al 1994, per poi sciogliersi nel marzo 2016 dopo la morte di Glenn Frey avvenuta due mesi prima. L’anno successivo, gli Eagles hanno deciso di riunirsi per una serie di concerti d’addio che continuano ancora oggi. Decisamente travagliato il percorso di un altro nome iconico, i The Who. Originaria di Londra, dove i componenti hanno mosso i primi passi ad inizio anni Sessanta, negli anni la band si è riunita in più occasioni e tutt’ora risulta in attività.

Si è conclusa invece nel 2017 la lunghissima avventura dei Black Sabbath: la band heavy metal di Ozzy Osbourne, nata a Birmingham nel 1968, si è sciolta nel 2006, per poi riunirsi nel 2011. Una storia caratterizzata da più separazioni e reunion è quella di Simon & Garfunkel: il primo addio è datato 1965. Negli anni successivi il duo ha tenuto dei concerti. È rimasto nella storia lo straordinario live che i due hanno tenuto a Central Park nel 1981, davanti a 400mila persone.

Dominatori incontrastati della scena rock tra gli anni Ottanta e Novanta, i Guns N’ Roses si sono sciolti nel 1994 per poi tornare in scena nel 2016. Una reunion segnata da una serie di live di grande successo. Anche i Pixies, nati a metà anni Ottanta, si sono separati ad inizio decennio successivo. Otto anni dopo, i componenti si sono riuniti per una serie di live sold out.

Le Spice Girl

Nel pop è toccato a Spice Girls e Take That

Passando al mondo pop, ha certamente fatto rumore la reunion delle Spice Girl, gruppo simbolo degli anni Novanta. Nel 2000 la band, già priva di Geri Halliweel, si è sciolta nel 2000. La formazione è poi tornata al completo per il Greatest Hits del 2007 e per l’esibizione alla cerimonia delle Olimpiadi di Londra del 2012. Un percorso simile a quella che può essere considerata la controparte maschile delle Spice, i Take That. Formatisi nel 1990 a Manchester, il complesso, rimasto senza Robbie Williams avviato sulla strada solita, si è sciolto nel 1996 per poi tornare sul palco nel 2005. L’ex boyband, che tra i 2010 e il 2011 ha riaccolto nelle proprie fila Robbie Williams (poi tornato all’attività solista), tra royalties, vendite e tour ha guadagnato la bellezza di 130 milioni di sterline.

Più furbescamente gli Abba hanno optato per la reunion al 50 per cento. Da ultra-settantenni hanno inciso un nuovo album, ma per i concerti si sono affidati a degli iper tecnologici e costosissimi avatar in 3D con le loro sembianze. Da anni si esibiscono a Londra, alla Abba Arena, sempre «sold out», accompagnati da una superband di musicisti in carne e ossa.

I Pooh

In Italia dai Pooh ai CCCP-Fedeli alla linea

Anche l’Italia ha avuto le sue celebri “reunion”. Da ricordare senza dubbio quella di una delle band più longeve del nostro Paese, i Pooh. Dopo aver detto una prima volta “stop” a fine dicembre 2016, il gruppo originario di Bologna, che nel frattempo ha riaccolto Riccardo Fogli, è tornato in attività. Nel mondo rock, ha fatto scalpore all’epoca il momento in cui Piero Pelù e Ghigo Renzulli, il duo anima dei Litfiba, hanno annunciato la separazione nel 1999. Per la reunion i fan hanno dovuto aspettare dieci anni. Nel 2022, la band ha salutato il pubblico con un ultimo concerto ad Assago. È durato l’attimo di un disco la rimpatriata dei Denovo, i Fab Four di Catania.

Nel 2018 si sono invece riuniti J-Ax e Dj Jad, ovvero gli Articolo 31. Il duo hip hop si era formato nel 1990 conoscendo un grandissimo successo e nel 2007 i percorsi dei componenti si erano separati. Un po’ a sorpresa, dal precedente decennio si sono rifatti vivi persino Benj&Fede: fra il 2015 e il 2019 i due hanno firmato 5 album, 17 dischi di Platino, 9 d’Oro, concerti sold-out, Rottura e poi di nuovo insieme ora, da solisti non hanno funzionato: in autunno esce un nuovo singolo e a novembre hanno prenotato il Forum per una decina di date. Troppe?

Per la loro reunion i Decibel, storico gruppo punk-new wave, ci hanno messo ben 38 anni: Enrico Ruggeri aveva lasciato nel 1980 intraprendendo una felice carriera solista. «È stata molto piacevole, credo di avere il record mondiale a così tanti anni di distanza», ha commentato a LaPresse il cantautore milanese. In tempi recenti i Club Dogo, ufficialmente sciolti nel 2015, sono ritornati a infiammare il pubblico, mentre la reunion sicuramente più sorprendente è stata quella che ha visto tornare insieme sul palco la storica band dei CCCP-Fedeli alla linea con un tour all’insegna del “tutto esaurito”. Un po’ oscurata dall’aura abbagliante del gruppo reggiano, anche i La Crus sono tornati assieme. Lo avevano fatto a più riprese, a dire il vero, negli ultimi anni, ma un loro disco mancava dal 2005, ed ecco perché il recente Proteggimi da ciò che voglio merita di essere segnalato.

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