Libri

Luciano Panama, scritti che vanno oltre

– Il cantautore messinese pubblica “Raggi che oltrepassano qualsiasi andatura”, una raccolta di «composizioni per sole parole» che spaziano da Leonard Cohen a Leopardi, da Jim Morrison al Vangelo, da Bulgakov a Dante
– «Volevo scrivere qualcosa che mettesse al centro una certa intensità umana. In qualche modo è un’anticipazione di quello che sarà il mio nuovo album», spiega il medico-musicista, una sorta di Enzo Jannacci siciliano

«Ho già scritto tutto un album nuovo, ma ci vorrà del tempo prima che possa vedere la luce». L’arrivo della figlia Anna Luce ha infatti cambiato i piani di Luciano Panama. «Per farle spazio in casa, ho dovuto smantellare la stanzetta nella quale avevo lo studio musicale». 

Il cantautore di Messina, dal 2019 con base a Milano, ne ha approfittato per tirare fuori dal cassetto quegli scritti, riflessioni, appunti, abbozzi di poesie, aforismi, brevi racconti che aveva scritto durante il periodo della pandemia mentre lavorava per l’Usca, «l’unità speciale con la quale si andava a casa dei pazienti». Perché Luciano Panama, dottore con la passione della musica, una sorta di Enzo Jannacci siciliano, dopo aver lavorato per sette anni in ospedale a Messina, ha scelto di svolgere il più oscuro e pericoloso lavoro di medico sul territorio: «Lavoro spesso di notte, così di giorno posso essere libero e dedicarmi alla musica».

Luciano Panama

«È stato in quel momento particolare del Covid che ho cominciato a leggere più frequentemente. I libri più vari e disparati. Finché mi capitò fra le mani Memorie di un giovane medico di Bulgakov. Da lì è nato tutto. Mi sono detto: “Allora posso trovare un nuovo linguaggio anch’io”. E ho cominciato a scrivere: brevi racconti, poesie, che nel tempo si sono accumulati. Molte volte queste cose restano nel cassetto, io invece mi sono preso di coraggio e le ho pubblicate di mia iniziativa, nonostante diversi editori si erano mostrati disponibili. Perché resto legato alla filosofia del “do it yourself».

«Composizioni per sole parole» le definisce. Che può essere tradotto in “canzoni senza musica”. O, anche, «una sperimentazione linguistica e sonora alla ricerca di una nuova condizione liturgica nel suo presente in continua rinascita autoriale». Fondamentalmente, una raccolta di scritti di un “uomo d’oltre”, di un “giovanotto del rock’n’roll”, protagonista di due composizioni, in cerca di qualcosa di nuovo.

«Forse in parte lo sono anche io, sono fra quei ragazzi che hanno sempre creduto a una forma artistica del loro processo creativo. Sono fra quelle persone che non si fermano di fronte a una idea di musica o di scrittura, che cercano di andare oltre. Non voglio criticare chi fa delle hit, io però ho una visione diversa della musica, di arte, di successo che cerca di essere libera dal pensiero unico, dalle imposizioni del mercato. Cerco la profondità».

Quella profondità che ha trovato nelle canzoni e nelle liriche di Leonard Cohen, del quale il cantautore peloritano è un grande estimatore e del quale ha ripreso la celebre Famous Blue Raincoat trasferendola in una Milano immersa nella notte, un’esecuzione unica con chitarra elettrica e voce, un po’ intima, un po’ punk e dissonante. 

«Io ho letto Leonard Cohen e forse è stato proprio lui ad affascinarmi di più e probabilmente è stato un mio punto di vista sul processo creativo. Lui ha sempre cantato quello che ha voluto, ha scritto quello che ha voluto, ha fatto un percorso unico, inusuale, originale. Le vette che ha toccato lui non so chi riuscirà a eguagliarle, eppure è un artista di nicchia, certamente non popolare», commenta Panama. «Il successo per me è una serie di cose che mi fanno stare bene, la musica e la creatività devono farmi stare bene. E io voglio essere libero di spaziare e di creare un percorso unico, anche perché facendo il medico sono libero economicamente. Svolgo due lavori, mi divido in una doppia vita e sono contentissimo di questo».

Ci sono richiami a Jim Morrison dei Doors, a De André, a Dante, persino al Vangelo e Leopardi.  La composizione in cui citi le tue “Piramidi” (titolo dell’unico album da solista di Panama) si chiama “Infinito”…

«Alcune cose sono veramente inconsce. Non avevo per niente letto Leopardi, è qualcosa che risale agli anni del liceo. Ci sono cose che ti colpiscono e ti lavorano dentro. Tu neanche te ne accorgi e poi te le ritrovi su un foglio di carta o su una canzone». 

Cosa vuoi indicare con il titolo “Raggi che oltrepassano qualsiasi andatura”?

«È un verso che chiude uno scritto che c’è all’interno (“Oltrepasso l’armatura”) e che riassume meglio il mio pensiero. Perché mi chiamo Luciano che all’interno ha il significato di luce. La mia famiglia mi ha sempre festeggiato nel giorno di Santa Lucia, perché era il compleanno di mia nonna, e mia figlia Anna si chiama Luce di secondo nome. È una tradizione che ho voluta continuare. La luce genera raggi, che sono capaci di andare oltre una andatura umana, di oltrepassare il tempo».

“Beato chi tra i mortali non perde un attimo del suo tempo, / chi sente la filosofia e il canto, /chi sente la natura del corpo / Beato chi cerca un suono nei suoi atteggiamenti, / chi legge il Vangelo e lo racconta agli amici. / Beato che non rimane indietro, chi si spinge oltre. Beato chi si alza al mattino e scrive poesie, beati i suoi passi, la sua contemporaneità, / la sua armatura è un vanto per tutto il mondo. / Beato chi attraversa i flussi dorati della luce / dove il bosco si tinge d’oro. / Serena, dolce, brillante, alle nostre spalle / la sua casa risveglia la vita / con i raggi che oltrepassano qualsiasi andatura

Tua figlia è stata anche la fonte d’ispirazione del singolo che ha preceduto il libro, una ballata acustica molto intensa, intitolata Sapremo Scegliere.

«Dopo aver interpretato Leonard Cohen e Disamistade di De André e Fossati, tratta da Anime Salve, sentivo la responsabilità di pubblicare qualcosa che mettesse al centro una certa intensità umana, una scrittura e un vissuto protagonisti, come non avevo fatto prima. Sapremo Scegliere ha colmato questa mia attuale esigenza e mi ha spinto a proseguire in questo mio cammino autoriale, sperimentando altre strade. Da qui è nata anche la mia prima raccolta di “composizioni per sole parole” che completa al meglio tutto il pensiero che c’è dietro la canzone e in generale al mio prossimo album, in qualche modo è un’anticipazione di quello che sarà il mio futuro. Ci vorrà del tempo prima che il nuovo disco possa vedere la luce. Farò uscire dei singoli nei prossimi mesi. Il mio progetto musicale, quindi, continua. Per completare un album ho sempre lavorato da solo: registrazione, arrangiamenti, produzione, missaggi, sempre tutto da solo. Come se scrivessi un libro». 

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