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Gracie, Sabrina, Mette: le discepole della regina

– Valanga di cantautrici diventate improvvisamente star dopo aver avuto l’onore di aprire l’Eras Tour di Taylor Swift 
– Hanno tutte un passato da coriste, eroine Disney, ghost writers, attrice e hanno toccato il cielo grazie alla loro “madrina”
– Sono la sexy Carpenter, la malinconica Adams, la ballerina Towley, l’antidiva Charli XCX e l’ambigua Chappell Roan
Taylor Swift al centro. In alto a sinistra: Sabrina Carpenter e, sotto, Chappell Roan. A destra, dall’alto: Mette, Charli XCX e Gracie Adams

Piccole Taylor Swift crescono. Si chiamano Gracie, Sabrina, Mette, Charli, Chappell e, sulla scia della loro maestra, quest’estate stanno invadendo le classifiche di vendite nel mondo, registrando numero enormi dopo anni di lavoro nelle trincee della musica pop. Hanno, infatti, tutte un passato di coriste, eroine disney, ghost writers: brutti anatroccoli della musica trasformati in cigni dal tocco magico della principessa rosa Taylor Swift. Già, perché a legare molte di loro, è proprio l’essere state “arruolate” dalla regina del pop come opening act del suo ormai leggendario Eras Tour.

È, ad esempio, il caso di Gracie Adams. Dopo aver trascorso un’estate aprendo i concerti di Taylor Swift e aver ottenuto una nomination ai Grammy come miglior nuovo artista, il suo nuovo album The Secret of Us, appena pubblicato, è fra i più ascoltati sulle piattaforme streaming. 

È un traguardo che Gracie Adams avrebbe meritato già con il primo disco, ma ha avuto bisogno dell’investitura a “discepola di Taylor Swift” per convincere tutti. Merito anche delle collaborazioni di Aaron Dessner e della co-writer Audrey Hobert, nonché dei cameo del produttore Jack Antonoff e della stessa Taylor Swift che fa da guida alla sua fedele studentessa, offrendo alcune linee riflessive mentre Gracie Abrams si riprende da un amante più anziano nel brano Us.

E che dire di Sabrina Carpenter? Dal suo concerto sul palco di Coachella 2024 si è eretta a vera sensazione dei social network. Mini abito con frange firmato Roberto Cavalli, capelli biondi da bambola, tacchi vertiginosi ai piedi, la cantautrice e interprete americana di 25 anni seduce tanto per il suo aspetto quanto per i suoi successi. Basta ascoltare il suo eccellente singolo, intitolato Espresso, accompagnato da una clip retrò in cui la starlette molto amata della Gen Z si diverte in riva all’acqua accanto alle sue ballerine in costume da bagno. Una hit estiva di tale potenza che pochi giorni dopo la sua uscita è entrata nella Top 10 globale di Spotify. E la cantante si è affrettata ad annunciare la pubblicazione del suo nuovo album, Short n’Sweet, il prossimo 23 agosto.

Eppure, Sabrina Carpenter non è alle prime armi. Dopo un primo singolo, Can’t Blame a Girl for Trying  pubblicato nel 2014, un EP e cinque album, qualche parte in serie Disney, ha dovuto aspettare il tocco della regina Mida Taylor Swift, che l’ha invitata all’Eras Tourin Messico, Argentina e Brasile.

Mette Towley ha dovuto attendere fino a 33 anni per diventare una star. La ragazza del Minnesota è stata prima una ballerina professionista e coreografa. Per quattro anni ha ballato sul palco durante i concerti di Pharrell Williams e nel video musicale del brano Lemon (2017) di N.E.R.D e Rihanna. Ha fatto parte dell’affascinante troupe di ballerine del rapper The Baes nel 2014. È stata anche attrice. Ha recitato in Queens (2019) al fianco di Jennifer Lopez e Cardi B. Una storia di spogliarelliste che si vendicano dei loro ricchi clienti di Wall Street truffandoli. L’abbiamo vista anche nel film Cats (2019), in The Old Guard (2020) con Charlize Theron (che racconta il destino di mercenari immortali), nel blockbuster Barbie (2023) di Greta Gerwig, con Margot Robbie. 

Ma è stato venerdì 21 giugno che tutti hanno cominciato a puntare i riflettori su Mette. Quel giorno, infatti, l’ex ballerina ha aperto il concerto di Taylor Swift allo stadio Wembley di Londra. 

Della schiera delle cantanti che hanno avuto l’onore di aprire un concerto di Taylor Swift fa parte anche Charli XCX, il cui sesto album Brat ha debuttato al numero 3 della Billboard 200, un massimo in carriera per la musicista trentuenne. Le recensioni di Brat sono state quasi uniformemente positive, compresi i rave di artisti del calibro di Pitchfork, Rolling Stone e The Guardian.

La cantautrice britannica di Cambridge, classe 1992, fece da apertura nel 2018 al Reputation Tour della Swift. Della quale, tuttavia, non si considera una discepola. Tutt’altro. Charli XCX si autodefinisce anti-popstar per antonomasia e, per registrare il nuovo album, ha voluto al suo fianco le amiche Caroline Polachek e Christine and the Queens, le cui strade musicali sono molto lontane da quelle della regina bionda del pop.

E sempre alla popstar che può influenzare il pil di una nazione è accostata Chappell Roan, pseudonimo di Kayleigh Rose Amstutz, il cui stile però è all’opposto da quello tradizionale e rassicurante di Taylor Swift. Artista queer, l’eccentrica cantautrice statunitense ama imitare Divine, drag queen e musa di John Waters. Opta per abiti scintillanti da regina del ballo o da cabaret. Il cattivo gusto e il kitsch non hanno limiti per lei. Anzi, sono elevati al rango di arte.

A Willard, cittadina di poco più di cinquemila anime in cui è nata e cresciuta, le era stato insegnato che «essere gay è un peccato». Poi Kayleigh Rose Amstutz a Los Angeles si è (ri)scoperta: «Roan è la versione drag queen di me stessa, con in più un po’ di cattivo gusto. Adesso non ha paura di dire cose davvero oscene. Le canzoni sono una specie di versione fiabesca di ciò che è accaduto nella vita reale. Entrare nella comunità queer mi ha permesso di sentirmi semplicemente libera e sicura sul palco con il pubblico, perché so che molte persone tra loro sono queer e vogliono solo essere lì e divertirsi», ha detto in un’intervista a Vanity Fair.

Le sue ispirazioni? Una gita in un bar gay di West Hollywood, Rihanna, Stevie Nicks, Lorde e Lana Del Rey. Ma è a Caroline Polachek, Taylor Swift, Kate Bush e, soprattutto, Cindy Lauper che viene confrontata la popstar con l’estetica “più grande della vita”.

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