Disco

Fabrizio Bosso: un omaggio a Pino e Ernesto

– Il popolare trombettista in Sicilia per presentare con l’amico Julian Oliver Mazzariello lo spettacolo e l’album “Il cielo è pieno di stelle” dedicati a Pino Daniele ed Ernesto Assante
– «La musica e la poetica del “Nero a metà” hanno influenzato generazioni di musicisti, me compreso». Domenica 30 giugno in concerto a Caltagirone e l’indomani a Catania
La cover dell’album

La musica dell’indimenticabile Pino Daniele è protagonista del concerto Il cielo è pieno di stelle, che due artisti straordinari come Fabrizio Bosso alla tromba e Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, portano in giro per il nostro Paese da quasi sei anni e che quest’anno è diventato anche un album. Un repertorio senza tempo che va da Je so’ pazzo a Quando, da Napule è a Quanno chiove, da A me me piace o’ blues” a Se mi vuoi, incluso alcuni meno conosciuti come Allora siMal di te e ovviamente Sicily, la canzone composta con Chick Corea si potranno ascoltare nella riletture di Bosso e Mazzariello domenica 30 giugno sulla monumentale Scala di Santa Maria del Monte, per l’edizione 2024 del Caltagirone Jazz Festival, ed il giorno successivo, lunedì 1 luglio, a Catania in piazza Federico di Svevia, davanti al Castello Ursino, alle ore 21:00 (ingresso libero).

L’idea di questo tributo è nata in occasione di una mostra dedicata ai grandi autori italiani, organizzata dal Museo MAXXI di Roma nel 2018; il compianto giornalista Ernesto Assante, responsabile della direzione artistica, pensò di affidare a Fabrizio Bosso il compito di celebrare il grande cantautore napoletano. Per Bosso, Pino Daniele è un importante punto di riferimento, la decisione di realizzare questo concerto con Julian Oliver Mazzariello, con cui collabora da vent’anni, è stata immediata.

Da sinistra: Julian Oliver Mazzariello e Fabrizio Bosso (foto Angelo Orefice)

Non a caso questo album è dedicato ad Ernesto Assante, «grande giornalista ma soprattutto uomo gentile e appassionato, che considerava la musica una condizione indispensabile per vivere», ricorda Bosso. «Abbiamo condiviso con Ernesto la prima esecuzione di questo tributo in una serata magica e sentiamo che questo album in qualche modo gli appartiene. Avremmo tanto voluto darglielo di persona, dicendogli ancora una volta grazie».

Qual è il rapporto fra Fabrizio Bosso e Pino Daniele?

«La musica e la poetica di Pino Daniele hanno influenzato generazioni di musicisti, me compreso», afferma Fabrizio Bosso. «Nelle sue melodie non c’è mai una nota fuori posto e non c’è solo il blues, il rock o il funky ma anche tantissimo jazz. Tutti abbiamo cantato Pino Daniele nella nostra vita. Ho sempre amato Pino come artista. Nel 2015 ero vicino a portarlo a un mio festival jazz a Torino, purtroppo lui mancò. Non abbiamo mai suonato insieme, ma ci conoscevamo: i nostri incontri casuali negli aeroporti mi restituivano sempre la sua grande anima. La nostra passione per la musica ci rendeva naturalmente amici».

Fabrizio Bosso (foto di Roberto Cifarelli)

Blues e jazz erano nel Dna del “Nero a metà”. 

«Sì, la sua sensibilità era affine. È stato perfettamente naturale tuffarsi nel suo repertorio, senza contare che Pino aveva collaborato con artisti jazz come Chick Corea. E con la chitarra, dal vivo, aveva grandi doti di improvvisazione. Un artista come Pino portava armonie tutt’altro che elementari alle orecchie del grande pubblico. Sergio Cammariere, con cui andai al Festival di Sanremo nel 2008, ha fatto lo stesso. Ma penso anche a un artista come Fabio Concato, con cui ho collaborato».

Anche nella vita di Julian Oliver Mazzariello, che condivide con Fabrizio un’amicizia e un sodalizio artistico ventennale, la musica di Pino Daniele ha segnato un momento importante: «Ero appena arrivato in Italia dall’Inghilterra, con la mia famiglia, a Cava de’ Tirreni, e ho sentito da casa mia la città che cantava. Era il concerto di Pino Daniele allo stadio, quello del 1995 con Pat Metheny», ricorda. «L’intenzione di questo progetto non è una semplice rilettura, bensì (ri)vestire una musica già grande ma con colori nuovi e autentici, facendo risuonare melodie straordinarie con la timbrica e la poesia di due eccezionali protagonisti del jazz contemporaneo».

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