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Domenico Modugno, un simbolo del Sud

– Il 6 agosto di trent’anni fa il “Mimmo nazionale” moriva a Lampedusa a 66 anni. Si definiva «pugliese di nascita, napoletano nell’animo e siciliano nel cuore»
– È stato un artista rivoluzionario che non solo ha cambiato più volte le regole e i codici della canzone italiana, ma ha incarnato quella figura di entertainer completo. Rilanciò il folk
– Il 13 agosto al teatro di Tindari l’omaggio di Mario Incudine e Tony Canto con il Coro Lirico Siciliano. Il tributo di Peppe Voltarelli con l’Orchestra Sinfonica di Sanremo

Il 6 agosto del 1994 se ne andava Domenico Modugno. Aveva 66 anni. Morì a Lampedusa. “Siciliano”, come inizialmente si finse. «Pugliese di nascita, napoletano nell’animo e siciliano nel cuore», si definiva lui stesso. In Puglia, a Polignano a Mare, era nato, ma agli inizi della carriera “Mister Volare” si spacciò per siciliano e napoletano per anni, lo fece «per poter mangiare», all’epoca non era molto di moda essere pugliesi diversamente da oggi. 

La leggenda secondo cui il cantautore avesse origini siciliane nasce nel 1952, con il film Carica eroica di De Robertis, nel quale Modugno interpreta un soldato palermitano che canta una struggente ninna nanna in dialetto a un bambino russo disperso, per farlo addormentare. La leggenda, alimentata dallo stesso Modugno, che la utilizza come espediente per facilitare la sua carriera di cantante, visto che il cinema non gli offriva occasioni per emergere, si rafforza quando il direttore del secondo canale della radio Fulvio Palmieri gli propone un programma dedicato alla Sicilia, che coinvolge emotivamente Modugno. Il programma ha successo e rende il pugliese Modugno “siciliano”, perché gli dà l’ispirazione per produrre nel dialetto di San Pietro Vernotico (paese dove Modugno si era trasferito da bambino con la famiglia) singolari canzoni scambiate per siciliane: Cavaddu cecu de la mineraGrillu ‘nnammuratuMinaturiLu pisci spadaSciccareddu ‘mbriacuSalinaru

Con i suoi conterranei, che si sentivano traditi, fece pace solo il 26 agosto 1993 quando, praticamente un anno prima della morte, fece un concerto nella sua Polignano davanti a 70mila persone: «Chiedo scusa, ma per la fame avrei detto anche di essere giapponese!», si giustificò.

Un artista completo

A trent’anni dalla sua scomparsa, il ricordo di questo straordinario artista continua a vivere nei cuori di milioni di persone. La sua carriera, iniziata nei primi anni Cinquanta, ha attraversato decenni di cambiamenti culturali e musicali, lasciando un’impronta indelebile nella storia della musica italiana e internazionale.

Modugno è stato un artista rivoluzionario che non solo ha cambiato più volte le regole e i codici della canzone italiana, ma ha incarnato quella figura di entertainer completo, che nella nostra tradizione ancora oggi è una rarità: una figura di artista capace di essere, oltre che autore, attore, cantante, conduttore, sul palcoscenico come sul piccolo e grande schermo mantenendo intatta la sua forza espressiva.

Aveva un carisma fuori dal comune e una fisicità dal fascino magnetico, un talento innato coltivato seguendo i corsi del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma che gli permetteva di dominare la scena. È stato il primo a portare al successo la musica folk. Al Festival di Sanremo del 1958 con Nel blu dipinto di blu ha cambiato per sempre il corso della canzone italiana, liberandola dalla retorica e dai luoghi comuni melodici: le braccia spalancate durante il ritornello swingato sono ancora oggi la pietra miliare della moderna canzone nazionale.

Grazie a Volare, come poi è stata chiamata in tutto il mondo, Modugno è stato il primo cantante pop italiano a conquistare prima l’America e poi il mondo intero, il primo a vincere un Grammy, il primo artista veramente internazionale che non fosse un tenore specializzato in arie d’opera o canzoni napoletane.

Musica, teatro, cinema

Non c’è nella storia dello spettacolo del nostro Paese un artista che sia stato capace di avere un successo così eclatante nella musica e nel teatro, dove dagli spettacoli di Garinei e Giovannini alla meravigliosa edizione dell’Opera da tre soldi firmata da Giorgio Strehler in cui era un perfetto Mackie Messer accanto a Milva, splendida Jenny delle Spelonche, è stato un vero e proprio mattatore che ha lasciato un segno profondo anche in televisione.

In lui convivevano un’anima popolare e lo spirito di un artista capace di lavorare con Eduardo De Filippo e Quasimodo, di cantare Piange il telefono e testi di Pier Paolo Pasolini, compresi i titoli di testa di Uccellacci Uccellini. Un artista popolare. Un cultore del dialetto, che considerava lo strumento espressivo naturale degli italiani, che usava con naturalezza il napoletano e che ha lasciato una grande canzone “in lingua” come Resta cu’mme, diventata un classico della musica di Napoli.

Un uomo dal carattere complesso che negli ultimi dieci anni della sua vita è stato duramente colpito nel fisico, costretto su una sedia a rotelle: sono gli anni del suo ingresso in politica, eletto prima alla Camera con i Radicali, diventò Senatore nel 1990 impegnandosi nella difesa dei diritti dei disabili. La menomazione fisica non gli impedì di riprendere la sua attività dal vivo, in esibizioni che erano la dimostrazione di una vitalità fuori dal comune, di un uomo che non si arrendeva a nessun costo alla malattia.

Mario Incudine (foto Toto Clemenza)

Celebrazioni e omaggi

In occasione del trentesimo anniversario della sua morte, numerose iniziative e celebrazioni sono state organizzate in Italia e all’estero per onorare la memoria di Domenico Modugno. Concerti tributo, mostre e documentari sono solo alcune delle attività che hanno contribuito a mantenere vivo il ricordo di questo grande artista. Le sue canzoni continuano a essere riproposte da artisti contemporanei, dimostrando la loro eterna rilevanza e la loro capacità di ispirare nuove generazioni. 

Il prossimo martedì 13 agosto al Teatro Greco di Tindari ci sarà un omaggio sinfonico a Domenico Modugno, nell’ambito della sesta edizione del Festival Lirico dei Teatri di Pietra. Sotto la direzione artistica di Francesco Costa e la guida del Coro Lirico Siciliano, presieduto da Alberto Munafò Siragusa, il festival celebra la musica e la cultura siciliana con oltre quaranta spettacoli in tutta l’isola. Il concerto sinfonico, che mescola cultura pop, folk e cantautorato, vedrà la partecipazione di artisti simbolo dell’identità siciliana, come Mario Incudine e Tony Canto.

I due artisti siciliani, tra l’altro, insieme con Kaballà sono autori di uno spettacolo – Malarazza, omaggio alla Sicilia di Modugno – dedicato proprio al “Mimmo siciliano”. «Fingendosi siciliano, Modugno si calò a tal punto nella realtà dell’Isola da diventarlo veramente!», sottolinea Mario Incudine. «Mettendo in musica e dialetto sprazzi di vita reale e popolare, ridipinse la Sicilia dei suoi tempi in modo assolutamente unico e personale».

Peppe Voltarelli [© Francesca Magnani]

Voltarelli canta Modugno è invece una produzione della Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo con la direzione artistica del Maestro Giancarlo de Lorenzo e andrà in giro dalla Liguria per cinque regioni, per chiudere a Polignano a Mare. Tredici brani interpretati da Peppe Voltarelli, cantautore calabrese vincitore di tre Targhe Tenco che con l’indimenticabile “Mister Volare” ha un legame speciale: «Tutto è nato venticinque anni fa con il recital Volevo fare l’artista, un omaggio alla carriera di Modugno, grande voce del Novecento e uomo del sud che ha raccontato un Sud autentico, pieno di speranza, positivo e senza barriere. Per me è stato un riunificatore della poetica del sud degli anni Sessanta. Cantava in dialetto pugliese, napoletano, calabrese… L’ho scoperto anno dopo anno, dopo quel primo recital, andando a fondo nella rilettura dei suoi brani. Una ricerca che ha toccato l’aspetto artistico, tecnico, metodologico… Senza copiarlo o imitarlo, nelle mie esibizioni cerco di rendere evidente la sua contemporaneità. La sua voce è viva, attuale, fresca, di qualità e carica di energia». Tra i brani in scaletta Amara terra miaTu si na cosa grandeVecchio fracNel blu dipinto di blu e Cantare (brano di Peppe Voltarelli dedicato a Modugno).

Lo scorso maggio la Sony Music Italy ha pubblicato Come in un sogno di mezza estate, un disco che racchiude il suo mondo musicale e contiene versioni in spagnolo dei suoi brani più celebri mai pubblicate prima in Italia. Questo nuovo progetto discografico esce a distanza di sei anni dall’ultima raccolta di brani del cantautore, con l’intento di far riscoprire il suo mondo musicale anche alle nuove generazioni.

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