Disco

David Gilmour: il mio disco post-pinkfloydiano

– Il nuovo album “Luck and Strange” parla del trascorrere del tempo e della mortalità. Ci sono richiami al passato, ma guarda avanti, indulge al folk, gioca con il blues, sfiora il jazz
– Il disco, in uscita il 6 settembre, sarà presentato in anteprima mondiale a Roma dal 27 settembre al 3 ottobre, «ma non mancheranno alcuni brani del periodo con i Pink Floyd»
– Nella title-track, abbozzata nel 2007, è presente Richard Wright, il compagno d’avventura morto di cancro ai polmoni nel settembre 2008. Il debutto della figlia Romany Gilmour

Nel gennaio 2007, pochi mesi dopo la conclusione del tour On an Island, David Gilmour e i compagni di band, tra cui l’ex tastierista dei Pink Floyd Richard Wright, si riunirono in un fienile nella sua proprietà nel Regno Unito per provare nuove idee. «Faceva un freddo cane lì dentro», ha raccontato a Rolling Stone. «Ma abbiamo trascorso 15 minuti a lavorare su un minuscolo, piccolo riff che ho scritto sulla chitarra». Era l’abbozzo di una canzone. Sarebbe stata l’ultima occasione per Gilmour di suonare con l’amico Wright, morto di cancro ai polmoni nel settembre 2008. 

Quando, un paio di anni fa, Gilmour ha cominciato ad accumulare nuove canzoni, la sua mente è tornata a quel nastro. Lavorando insieme a Polly Samson, sua moglie e paroliera di lunga data, e al produttore Charlie Andrew, ha sviluppato la canzone nella traccia del titolo del suo nuovo album Luck and Strange, in uscita il prossimo 6 settembre e la cui anteprima mondiale dal vivo è in programma a Roma, Circo Massimo, dal 27 settembre al 3 ottobre. «Quella canzone ha iniziato a sviluppare una profondità che avevo dimenticato», dice Gilmour. «Il modo in cui suona è inconfondibilmente Richard. Era una persona vera, adorabile e creativa, e persone così sono difficili da trovare». 

La morte di Wright, unita alla definitiva rottura con Roger Waters, mette in archivio i Pink Floyd, un ricordo del passato sempre più lontano. Ma a differenza di Nick Mason, il cui tour Nick Mason’s Saucerful of Secrets comprende solo brani vintage dell’era precedente a Dark Side of the Moon, ed al suo rivale Waters che continua a rileggere The Wall e Dark Side impegnato a cancellare le impronte del chitarrista, Gilmour guarda avanti. Il suono di Luck and Strange è post-pinkfloydiano, intimo, rock, che indulge verso il folk. Lontano dalla magniloquenza e dalla spettacolarità dei Pink Floyd, usa l’eco per conquistare profondità evocatica, i cori per complicare melodie apparentemente semplici, a tratti blues, sfiora il jazz.Luck And Strange si apre in modo familiare, con l’inconfondibile assolo lento della strumentale Black Cat, prima di passare al blues rilassato della title track. L’album presenta i musicisti Tom Herbert e Guy Pratt al basso, Steve Gadd, Adam Betts e Steve DiStanislao alla batteria e Rob Gentry e Roger Eno alle tastiere. 

Polly Samson ha scritto o co-scritto i testi di sette delle canzoni come fa da quasi trent’anni (da The Division Bell del 1994) e qui sembra concentrarsi sui piccoli sentimenti, sulla vita in coppia e sull’invecchiamento. La magia è uno dei temi, evocata in Dark And Velvet Nights attraverso «una notte di alcol e di estasi», ma il tema principale è la mortalità. Nella stessa canzone, Gilmour canta: «Come ci separeremo/ Terrò la tua mano, o tu rimarrai a tenere la mia?». Se questo può sembrare retorico, Luck And Strange non lo è affatto, essendo ricco di melodia, cantata da un settantottenne la cui voce non è stata minimamente arrugginita dal tempo.

Nella traccia conclusiva, la lenta Scattered, con il suo battito cardiaco alla Dark Side…, la coppia cammina a braccetto lungo un «vecchio sentiero polveroso» e, mentre «il tramonto taglia la collina a metà», entrambi si immergono nel morire della luce. Poi, il tutto si costruisce in una coda acutamente floydiana, con un infuocato assolo di chitarra, che si placa per permettere al cantante di notare che «il tempo è una marea che disobbedisce, e disobbedisce a me». In Sings, una ballata sognante sull’impossibile ricerca del rallentamento del tempo, Gilmour è supportato da una partitura orchestrale vaporosa e rilassante: è una conversazione intima tra David e Polly, «tesoro non fare il tè, resta e sonnecchia qui con me … Non sono pronto per le notizie, o per lasciare questo bozzolo».

Anche dal punto di vista tematico, la cover di Between two points dei Montgolfier Brothers è appropriata, poiché i testi di Polly Samson tornano spesso a esplorare lo spazio tra due punti, sia che si tratti dell’«unica pacifica età dell’oro» tra la Seconda Guerra Mondiale e il nostro incerto futuro nella title track, sia affermando che la vita sia A Single Spark (una singola scintilla) «tra due eternità» (riecheggiando i versi iniziali del libro di memorie di Vladimir Nabokov del 1951: «La nostra esistenza non è che una breve fessura di luce tra due eternità di tenebre»). 

Noi baby boomer, la generazione del Dopoguerra, pensavamo che le guerre fossero finite. Pensavamo di essere entrati in una specie di età dell’oro. Oggi tendo a guardare il mondo, come Polly, con un occhio più cinico e forse ci stiamo spostando di nuovo in un periodo più buio

«La canzone dei Montgolfier Brothers è in un paio di playlist sul mio telefono, e continua a risuonare durante i nostri viaggi in macchina», ha detto Gilmour a Rolling Stone, spiegando la curiosa scelta della cover. «E un giorno ho pensato di giocarci un po’ in studio e vedere cosa sarebbe successo. Ho capito subito che il testo si adattava a un vecchio ronzino come me. E Romany, Polly e io, più o meno nello stesso momento, abbiamo pensato: “Facciamo provare Romany”. Le ho semplicemente dato il testo su un pezzo di carta e l’ho messa davanti al microfono. È una vera professionista con il microfono, lo è da quando aveva tre anni. Il sentimento di quella canzone è l’idea che noi baby boomer, la generazione del Dopoguerra, pensavamo che le guerre fossero finite. Pensavamo di essere entrati in una specie di età dell’oro. Oggi tendo a guardare il mondo, come Polly, con un occhio più cinico e forse ci stiamo spostando di nuovo in un periodo più buio».

David e Romany Gilmour

C’è grande attesa per i concerti che David Gilmour terrà a Roma per l’anteprima mondiale dell’album. Come ha annunciato a Rolling Stone, la maggior parte dei musicisti che hanno suonato nel disco fanno parte della nuova band: il bassista Guy Pratt, il tastierista Greg Phillinganes, le cantanti Louise Marshall, Charley e Hattie Webb, che hanno fatto un lungo tour con Leonard Cohen. «E sono riuscito a convincere Romany a venire e a fare la voce solista in alcuni spettacoli». 

In scaletta il nuovo album, ma David Gilmour questa volta non disdegnerà un tuffo nel passato con i Pink Floyd. «Penso che farò una o due cose di quel periodo, ma sembra passato così tanto tempo fa. So che alla gente piacciono e a me piace suonarle. Farò Wish You Were Here e alcune delle cose che sono iniziate con me». Compresa Comfortably Numb

Luck And Strange non dovrebbe essere il canto del cigno di David Gilmour, anche se il rocker ha 78 anni e tra un disco e l’altro fa passare 8-10 anni… Ma, come ha dichiarato lo stesso chitarrista, c’è l’intenzione di realizzare un altro album con lo stesso team. «Non è ancora buio, ma presto lo sarà», cantava in Not Dark Yet Bob Dylan, ma a quel tempo aveva 56 anni.

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