Storia

Certe notti in autogrill a festeggiare con Ligabue

– A Fiorenzuola d’Arda, lo storico punto di ristoro autostradale sulla A1, il rocker di Correggio presenta il tour nei teatri e l’evento del 21 giugno a Campovolo per celebrare i trent’anni della sua canzone più iconica. Location anche per il primo ciak di un docu-film
– «Il tour teatrale è una sfida perché il mio terreno naturale è quello degli autogrill…». «All’inizio non avevo capito la portata di “Certe notti”: è misterioso il successo di una canzone». «Vorrei tornare a Sanremo perché l’ultima volta ho fatto un po’ una mezza cagata»
– La scaletta cambierà tutte le sere: saranno 22-23 brani scelti tra 45 classici del suo repertorio: «Mi piaceva l’idea di riacquistare il gusto della sorpresa, della scoperta». Non mancherà “Il mio nome è mai più”, canzone pacifista del 2000 attuale ancora oggi
Ligabue suona nel piazzale dell’autogrill di Fiorenzuola d’Arda sulla A1 (foto Jarno Lotti)

“Certe notti coi bar che son chiusi / E al primo autogrill c’è chi festeggerà”. Mai, però, si potrebbe immaginare di bere una birra e mangiare un “Icaro” “ballando sopra il mondo” insieme a Ligabue. È accaduto l’altra notte sull’A1 all’Autogrill di Fiorenzuola d’Arda, il primo punto di ristoro autostradale a ponte edificato in Europa, nel 1959, luogo tra i simboli più iconici del boom economico dell’Italia scelto da Luciano Ligabue per annunciare il ritorno a Campovolo il prossimo 21 giugno con La notte di Certe Notti concerto celebrativo dei trent’anni di Certe Notti e il tour Ligabue in teatro – Dedicato a noi che lo vedrà in tutti i teatri italiani a partire dal primo ottobre per 31 date, fra le quali due in Sicilia (il 20 ottobre al Teatro Politeama di Palermo e il 21 al Metropolitan di Catania).

Un viaggio partito ieri sera dalla sua Correggio, dove il rocker ha fatto una “prova generale” (che lui ci tiene a chiamare “concerto” a tutti gli effetti) ad alto tasso emotivo: «È il primo concerto in cui celebro i trent’anni di Certe Notti, in cui mio figlio Lenny è sul palco con me ed è la prima volta in cui manca fisicamente “il Maio” in platea (Claudio Maioli, lo storico manager che ha deciso recentemente di ritirarsi dopo decenni di collaborazione con l’artista, ndr)». Segnali di un mondo che cambia. Di una provincia italiana che cambia. «Perché è cambiato il sistema sociale, ora c’è la tecnologia», commenta Ligabue. «Anche Correggio è cambiata, però lì hai tempo ancora di chiedere a qualcuno come va e ascoltare la risposta». 

Il concerto è sullo stile dello spettacolo che Bruce Springsteen ha portato a Broadway 2017 e il 2018: Ligabue è quasi sempre seduto con la chitarra in mano (tranne alla fine), e intervalla i brani con reading tratti dalla sua autobiografia. E ammette: «Non è facilissimo per me cantare seduto. È una sfida dove contano i dettagli, ma se ti riesce fai qualcosa che magari musicalmente è molto più ricco. Il tour teatrale è una sfida perché il mio terreno naturale è quello degli autogrill… Nel tour teatrale vincono i dettagli, tutte quelle piccole cose che riesce a mettere insieme il canto e gli strumenti, si sta un po’ più trattenuti».

Luciano Ligabue nel suo studio (foto Maurizio Bresciani)

Sul palco, alla batteria, c’è anche il figlio Lenny che lo seguirà per tutto il tour. La scaletta cambierà ogni sera (saranno 22-23 brani scelti tra 45 classici del suo repertorio). «Mi piaceva l’idea di riacquistare il gusto della sorpresa, della scoperta». Tra i brani non mancherà Il mio nome è mai più, canzone pacifista del 2000 scritta con Jovanotti e Pelù: «È nata per una guerra che si combatteva a 400 chilometri dalle nostre coste (la guerra in Kosovo, ndr). Allora era presidente D’Alema, arrivarono molti messaggi anche dai politici, mi dicevano che la musica doveva fare qualcosa, anche se in realtà è la politica che dovrebbe fare qualcosa. Il brano fu criticato anche dalla sinistra, ma ci hanno costruito due ospedali col ricavato, quindi senz’altro la rifarò».

Ma non c’è solo il tour per Ligabue che, nel frattempo, continua a scrivere incessantemente: «Vi confermo che continuo a scrivere canzoni, ne scrivo un botto», sorride. «Ne butto giù tante, ma al momento non ho intenzione di far uscire un album». L’idea è piuttosto quella di «scavare negli archivi, per capire cosa abbiamo da quando è uscito Buon Compleanno Elvis (di cui ricorre nel 2025 il trentennale, ndr) perché vorrei che l’anno prossimo la riuscita dell’album fosse davvero celebrativa».

Trent’anni di Certe Notti, il suo brano più iconico usciva infatti il 25 agosto del 1995. «All’inizio non avevo capito la portata della canzone il cui successo ancora oggi mi meraviglia. Ed è la conferma di una cosa: dobbiamo lasciare che le cose accadano e aspettare che la lotteria del successo faccia il suo corso e prenda il sopravvento. Se ci fosse una ricetta per fare in modo che un brano abbia successo, allora tutti la userebbero. Bisogna arrendersi all’idea che le canzoni in realtà fanno un po’ il cazzo che vogliono e bisogna lasciare che lo facciano, è anche un modo per rispettare uno strumento bellissimo. Hanno un potere evocativo così importante, sentimentale, di invito alla condivisione e soprattutto di mistero. Il modo in cui ciascuno vive Certe Notti è diverso perché ognuno di noi àncora una frase diversa a sé stesso».

E poi si lascia andare a una riflessione: «Ascolto parecchia musica. Sono un amante delle canzoni da sempre. Ho cominciato negli anni Sessanta quando le canzoni avevano una melodia e un ritornello e continuo ad essere affezionato al concetto di melodia, mi piacciono le canzoni se sono cantate. Anche per questo credo che una contaminazione con il rap non mi abbia mai attratto».

La notte di Certe Notti non sarà solo un concerto, ma una grande festa che inizierà alle ore 12:00 del giorno prima, venerdì 20 giugno, quando apriranno le porte del “Memphis Boulevard” all’interno dell’area RCF Arena. Per i 526.904 biglietti venduti all’epoca a Campovolo, a Ligabue è stato consegnato un ticket celebrativo. 

Il “Memphis Boulevard” permetterà al pubblico di entrare nel mondo di Ligabue godendo di una serie di attività dalla mostra fotografica, area memorabilia, merchandising dedicato ed esclusivo, punti ristorazione con una vasta di gamma di opzioni culinarie e specialità locali con degustazioni a tema, area cinema, campeggio, area sportiva e tanto altro, con un’attenzione particolare al sociale e alla sostenibilità.

Ascolto parecchia musica. Sono un amante delle canzoni da sempre. Ho cominciato negli anni Sessanta quando le canzoni avevano una melodia e un ritornello e continuo ad essere affezionato al concetto di melodia, mi piacciono le canzoni se sono cantate. Anche per questo credo che una contaminazione con il rap non mi abbia mai attratto

Ultimo capitolo il Festival di Sanremo, dove a Ligabue piacerebbe tornare per, spiega con ironia, togliersi un sassolino dalla scarpa. «A Sanremo io prima o poi ci devo tornare, perché l’ultima volta ho fatto un po’ una mezza cagata», ricorda. «Io volevo strappare un sorriso, volevo fare una cosa “punk” ma è venuto fuori una ciofeca perché io non so recitare e siccome mi è rimasta la bocca amara, lì prima o poi ci torno. Sanremo ti azzanna alla gola, arrivi lì e ti senti assediato, sembra che ne vada della vita di qualcuno ma alla fine è solo musica». 

Nel frattempo, continua a suonare («mi sto divertendo molto») aperto a nuovi orizzonti («ho suonato un po’ in tutte le situazioni, in distese di bar, parcheggi di supermercati, ovunque. Ma non pongo limiti alla provvidenza») e – tra concerti e nuove canzoni – spunta un nuovo docu-film annunciato da alcune macchine d’epoca sistemate fuori dall’Autogrill, il cui contenuto è però top secret: «Le riprese iniziano stasera».

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