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Casino Royale: siamo in costante mutazione

– La band milanese domenica 2 giugno chiude ai MercatiGenerali di Catania la due giorni di suoni e danze “Mondo Ritmo”. Un nuovo singolo e il progetto di un album di inediti
– «Non vogliamo sembrare una patetica cover band di noi stessi. Abbiamo sempre sperimentato, ma forse con la “s” minuscola, perché abbiamo sempre cercato di divertirci»

Conto alla rovescia a Catania per il live dei Casino Royale, tra i progetti più longevi del panorama musicale italiano. La formazione milanese chiude, domenica 2 giugno, la due giorni di “Mondo Ritmo” con un concerto ai MercatiGenerali. Quasi quarant’anni di vita nel segno del continuo rinnovamento, il gruppo ancora oggi si ripropone con sonorità contemporanee «senza sembrare una patetica cover band di noi stessi. C’è lo stesso Dna del 1987, ma, come si sa, il lievito è materia viva, in costante mutazione», tiene a sottolineare Alioscia Bisceglia, project leader della band.

La conferma è il nuovo singolo Cospiro con il featuring di Marta Del Grandi, «anche se proprio nuova non è, però sicuramente è un pezzo, diciamo, alla Casino Royale che non si brucia radiofonicamente», tengono a precisare. 

«Cospiro è la chiusura di Polaris (album uscito nel 2021), ma anche un trait d’union con il prossimo lavoro. Quello che sarà il lavoro nuovo sarà forse con dei focus sulla paura, la voglia di essere inclusivi, ma anche lo stato di minaccia, il disagio in cui ci ritroviamo. Ci stanno instillando una cultura divisiva a tutti i livelli, ci vogliono polarizzati, ci mettono uno contro l’altro. Questa cosa fa solo il gioco di terzi che hanno interessi a vederci così e che, mentre noi litighiamo tra di noi alimentando paure, loro curano i propri interessi. Questo l’abbiamo visto con il Covid, tra vaccinati e non vaccinati, poi con la guerra in Ucraina, pro-Ucraina, pro-Russia, lo vediamo adesso con la questione israelo-palestinese, è tutto un polarizzare, un fregare con approfondimenti zero perché tutto è diventato come dire uno scroll che fai sul cesso, capito? E il prossimo disco parlerà di queste cose».

Un disco autoprodotto, complesso, contemporaneo, con un suono al solito inaspettato, che racconta il senso di smarrimento di questi tempi e l’urgenza di ritrovarsi con “noi”. Che è il filo conduttore del concerto. Ovviamente non mancheranno i classici del loro repertorio, tra i tanti quelli del celebre Sempre più vicini, il disco che nel 1995 li ha consacrati gruppo trip hop italiano «realizzato non inseguendo un fenomeno estero ma in contemporanea. Insomma, il disco giusto al momento giusto nel posto giusto». 

Polaris risale al 4 giugno del 2021. «Quel giorno ho conosciuto Marta (Del Grandi, vocalist e cantante, ndr) che collabora al nostro ultimo singolo Cospiro», ricorda Alioscia Bisceglia. «Un invito rivolto a una moltitudine spaesata a disertare l’impero del nulla, a slegarsi dai tantissimi bisogni superflui indotti dal sistema in cui viviamo». 

Gli anni migliori? «Sono questi. Perché non si vive di passato e perché c’è la soddisfazione di guardarsi indietro e vedere la strada fatta con fatica. Arrivare sino ad oggi con tante difficoltà, rinascendo come Fenici dalle nostre ceneri sicuramente ci inorgoglisce. Ogni periodo della vita è speciale, bello, brutto, semplice, complicato e ora siamo focalizzati su questo ed è bello essere qui a parlarne».

Tecnicamente Polaris è l’ennesima reincarnazione della band, difficilmente catalogabile già tra gli Ottanta e i Novanta e che ha costruito nel tempo un percorso quasi fosse un viaggio, ma non sui percorsi più battuti, ma su strade differenti e poco frequentate. «L’unico modo di catalogarci è quello di metterci l’etichetta di Casino Royale», conferma Alioscia Bisceglia. «Le cose che facciamo e che abbiamo fatto hanno sempre seguito il nostro processo di crescita, affrontando nodi e ostacoli. È vero che ogni fan ha il suo momento preferito della band, ma l’avere un rapporto così longevo dipende dal fatto che cambiamo insieme alla gente. Il rapporto è sempre proseguito. Anche in Polaris alcuni brani nascono dalla rielaborazione di cose datate ed è come se avessimo una sorta di lievito madre, che ci serve nel tempo per la panificazione di prodotti diversi». 

Un viaggio nel viaggio, quello musicale e quello delle emozioni suggerite dai suoni, dalla forma canzone alla musica orchestrale, dall’elettronica di radice europea al groove di matrice black. E il cinema, come atmosfera. «Abbiamo sempre strizzato l’occhio alla costruzione della tracklist come se si trattasse di un film», dice ancora Bisceglia. «Abbiamo trovato una giusta sintesi tra le canzoni e la musica intesa in senso stretto, quella che va ascoltata con attenzione».

Sperimentazione sui generis, pop a modo loro, i Casino Royale resistono al tempo e alle circostanze, restano indipendenti e osservano i cambiamenti. «In fondo abbiamo sempre sperimentato», commenta Alioscia. «Ma forse con la “s” minuscola, perché abbiamo sempre cercato di divertirci. C’è gente che ha sperimentato molto più di noi, quasi facendone una religione. Noi siamo stati sempre pop e con un suono internazionale. Il fatto di esserci mantenuti indipendenti ci ha aiutato in questo percorso». 

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