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Bruce Springsteen: non vado in pensione

– Dal palco di Filadelfia dice no alle «stronzate dei tour d’addio». «Siamo qui da 50 fottuti anni, e non ci arrendiamo!»
– «Non so se farò sempre concerti di tre ore, ma ci sono così tanti stili musicali diversi che posso suonare e fare»
– In ottobre su Disney+ il documentario “Road Diary” sul backstage dei concerti, mentre si gira il film su “Nebraska”

Elton John, Kiss, Slayer, Deep Purple (anche se era uno scherzo), i tour d’addio pullulano e, talvolta, non finiscono mai. Un ultimo piccolo giro del mondo per salutare un pubblico fedele da quaranta o cinquant’anni e poi andarsene, per godersi la meritata pensione di rocker. Una tentazione. Ma non per Bruce Springsteen.

«Non ci arrendiamo!»

Se la sua salute gli ha giocato qualche scherzetto ultimamente e diversi concerti hanno dovuto essere rinviati in un secondo momento (tra cui quelli allo stadio Meazza di Milano riprogrammati per il 30 giugno e il 3 luglio 2025), il Boss ha voluto rassicurare il suo pubblico. No, non farà un giro d’addio. E come i suoi colleghi Alice Cooper, Mick Jagger & Keith Richards o anche Ozzy Osbourne, Springsteen – 74 anni – non ha alcuna intenzione di ritirarsi.

«Siamo qui da 50 fottuti anni, e non ci arrendiamo! Ha dichiarato sul palco durante un concerto a Filadelfia. Non facciamo queste stronzate di tour d’addio! Addio a cosa? Migliaia di persone che gridano il tuo nome? Vai, non vado da nessuna parte!».

Nel 2022 Springsteen aveva dimostrato già tutta la sua ammirazione per gente come Johnny Cash e Pete Seeger, artisti insaziabili che hanno suonato fino alla fine della loro vita. «Guardo questi ragazzi e mi dico: “Sì, non so se farò sempre concerti di tre ore, ma ci sono così tanti stili musicali diversi che posso suonare e fare”», aveva confidato a Howard Stern. «Potrei fare lo spettacolo di Broadway per il resto della mia vita in una forma o nell’altra. Non riesco a immaginare la pensione, no».

Bruce Springsteen e la E Strand Band continueranno il loro tour in Nord America fino alla fine dell’anno, prima di tornare in Europa il 31 maggio 2025. Nel frattempo, su Disney+ arriva Road Diary, un documentario inedito sul tour del Boss.

“Road Diary” su Disney+

Dopo i Beatles, Paul McCartney (intervistato da Rick Rubin), e i Beach Boys, è il turno di Bruce Springsteen di avere il suo documentario. Un film che promette di essere emozionante, poiché immergerà lo spettatore dietro le quinte del suo ultimo tour mondiale.

Intitolato Road Diary: Bruce Springsteen and the E Street Band, è stato realizzato dal collaboratore di lunga data del Boss, Thom Zimny e offrirà «lo sguardo più approfondito sulla creazione delle leggendarie performance dal vivo» dell’artista, annuncia il sito della Walt Disney Company. In programma, inizio delle prove nel New Jersey, immagini dal vivo catturate davanti a migliaia di momenti intimi catturati al volo dietro le quinte, saranno punteggiati da interventi di Bruce Springsteen. Rare clip della E Street Band provenienti dagli archivi, che affrontano i temi della vita, della perdita, della mortalità e della comunità, alimenteranno anche la narrazione.

Per la prima volta in assoluto, i fan potranno così avere «l’opportunità di sperimentare il tour 2023-2024, ma anche di conoscere le impressioni di ogni membro del gruppo sul fatto di suonare con Springsteen, e il modo in cui mantengono la magia della E Street Band più potente che mai».

Il film è presentato dalla Disney come un nuovo capitolo autobiografico dell’incredibile carriera di Bruce Springsteen, dopo l’uscita delle sue memorie Born To Run, la serie di documentari Springsteen on Broadway (su Netflix), e i film Western Stars e Letter To You.

Road To Diary: Bruce Springsteen and the E Street Band arriverà su Disney+ il prossimo ottobre. E cresce la curiosità sul film in preparazione che vede Jeremy Allen White nel ruolo del rocker del New Jersey.

Un film su “Nebraska”

Intitolato Deliver Me From Nowhere (“Liberami dal nulla. Bruce Springsteen e «Nebraska»”, la versione italiana) e ispirato all’omonimo libro firmato Warren Zanes, il film diretto da Scott Cooper metterà in immagini la storia dell’album cult Nebraska, e il ruolo centrale che ha svolto nella carriera del Boss. 

Nebraska, secondo l’autore, esprimeva un’inquietudine che rifletteva lo stato d’animo del Paese, ma era anche un sintomo dei problemi nella vita dell’artista, l’inizio di un crollo mentale di cui Springsteen avrebbe parlato apertamente solo decenni dopo l’uscita dell’album. Warren Zanes ha intervistato molte persone coinvolte nella realizzazione di Nebraska, tra cui lo stesso Bruce Springsteen.

«Il libro di Warren Zane, Deliver Me From Nowhere è uno dei migliori libri mai scritti su Bruce Springsteen e la sua musica», ha dichiarato Jon Landau, il manager della star. «Bruce e io siamo felicissimi che Scott Cooper abbia scelto di scrivere e dirigere il film basandosi su questo libro, pensiamo che sia il regista perfetto per il lavoro».

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