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BigMama: il rap mi ha salvata

– L’artista campana si racconta nel libro “Cento occhi” e il 31 maggio esce con un nuovo singolo in compartecipazione con Alessandra Amoroso
– Una infanzia difficile, le violenze fisiche e psicologiche, lo stupro a 16 anni, il “catcalling”, la scoperta del tumore e la voglia di riscatto
– «Ho capito che a differenza del pop, in cui si parlava di amore, con il rap potevi lamentarti, arrabbiarti, ribellarti, denunciare»

«Una come me serviva proprio nel panorama musicale italiano, in tv in particolare penso sia giusto dare spazio anche a personaggi non conformi agli standard». Ha 24 anni ma è molto sicura di sé BigMama, pseudonimo di Marianna Mammone, giovane rapper campana protagonista a Sanremo con la canzone La rabbia non ti basta, poi sul palco del concertone del Primo Maggio a Roma, un primo album in studio Sangue sulle piattaforme streaming e, da metà maggio, un libro sugli scaffali dal titolo Cento occhi, come il suo ultimo singolo. Due lavori che camminano in parallelo: ogni brano è un capitolo, ogni capitolo è un brano: «Ho voluto mettere un po’ tutto della mia vita. Ci sono diverse tematiche, alcune sensibili altre meno, che vengono trattate sempre con ironia per arrivare a tutti. Dal bullismo al femminismo, dalla malattia al catcalling dove si sente la mia sofferenza».

Nel brano Cento occhi si parla di “catcalling”, quel fenomeno fatto di molestie verbali, fischi e allusioni sessuali che lei stessa ha vissuto sulla propria pelle. Cento occhi, il libro, più che un memoir, è un manuale di sopravvivenza con le istruzioni per affrontare le prove della vita. La storia di Marianna è una storia di abusi, di provincia gretta e maschilista, di torture psicologiche. Bodyshaming, si dice oggi: una bambina che non si sentiva amata dalla mamma, che cercava nel cibo la consolazione. Una bambina che si sentiva bella, ma per i presunti amici, anche per i parenti, era piuttosto la “chiattona”, la “palla”, quella che doveva smettere di mangiare, quella da non invitare alle feste, quella che poteva al massimo farti un servizietto a scuola sotto il banco.

«Da bambina ero convinta che fosse normale per quelli “come me” subire la cattiveria altrui» è il suo incipit spietato. Eppure, dedica il libro a sua madre, ai suoi tre fratelli e anche a quel Giandomenico che la pestava da bambina, sfogando così le sue frustrazioni. «Non perdono, non c’è alcuno da perdonare. Provo a capire, piuttosto: mia madre, mio padre, mio nonno, mio fratello, i miei insegnanti, i miei compagni, il mio paese non erano in grado di comprendere quello che stavano facendo. Hanno sbagliato, certo, ma… anche io sbaglio, e dagli errori bisogna rialzarsi ammettendoli e (ri)trovando la propria strada», spiega lei.

Bullismo, violenze fisiche e psicologiche e un cancro hanno segnato l’adolescenza di BigMama. «Ho subito un bullismo violento, anche dal punto di fisico. A 16 anni sono stata violentata nel cesso di una festa da un fotografo. Ero vergine. All’appello non manca davvero niente. E per non farci mancare nulla, a vent’anni ho scoperto di avere il cancro. Mi sono fatta dodici chemioterapie e ora sto bene ed ho pure scoperto di stare bene con i capelli corti. Diciamo che tutti questi momenti mi sono serviti e mi servono ancora oggi per capire che se voglio fare qualcosa io posso. L’aver superato tutte queste cose mi ha portato a capire che se voglio ballare ballo», come canta nel brano portato a Sanremo: “Se vuoi ballare balla, non puoi sparire …”. 

A salvarla un gin tonic («era il 2020 quando il dottore mi diagnosticò un linfoma di Hodgkin: mi ero preoccupata del fatto che quando bevevo mi faceva male il collo») e la musica. «Quando ho scoperto il tumore avevo già iniziato a fare rap, avevo già trovato la strada della mia vita, avevo finalmente capito che non contava il giudizio che gli altri avevano di me, ma il giudizio che io avevo di me. E, grazie all’hip hop, era abbastanza alto».

Un ruolo importante l’ha avuto anche Salmo, il rapper sardo che Big Mama considera «il mio mentore, per non dire il mio Dio». «Esatto, lui è il mio Dio! Non credo che i suoi testi mi abbiano insegnato qualcosa, infatti quando glielo chiedevano rispondeva, anche incazzandosi, che non aveva nessun messaggio. Ogni rapper ha una storia artistica diversa. Ma Salmo mi ha davvero salvato la vita. È arrivato un attimo prima del baratro. Mio fratello ascoltava a palla la sua Death Usb e lo accompagnai a una serata rap al Giffoni Film Festival. Ensi mi piacque, Clementino mi colpì, ma Salmo… fu un colpo di fulmine, l’incarnazione della ribellione».

Poco dopo sarebbe arrivata Charlotte, la prima canzone di Big Mama. «Ho capito che a differenza del pop, in cui si parlava di amore, con il rap potevi lamentarti, arrabbiarti, ribellarti, denunciare. Salmo era incazzato, stanco, un giovane vecchio, non si lasciava piegare dalla società, a come lo descrivevano, a come lo volevano. Lui era Salmo e basta. Il fatto di potersi sfogare con la musica è stata un’illuminazione per me. Ho capito così di poter parlare del mio disagio all’interno delle canzoni». 

Alessandra Amoroso e BigMama

Poi l’addio a Napoli e, a 18 anni, il trasferimento a Milano, gli studi universitari. E, all’ombra del Duomo, incontra «persone che mi assomigliavano, ho fatto i conti con la mia bisessualità… Ma mi ha salvato anche San Michele al Serino: senza quelle violenze non avrei trovato la mia voce, la mia voglia di riscatto, di rivincita».

Il prossimo 31 maggio BigMama pubblicherà Mezzo rotto, un singolo in compartecipazione con Alessandra Amoroso. Ad annunciarlo sono state le due cantanti, salentina e campana, sui loro profili social con una foto che le ritrae abbracciate accompagnata dal testo: «Sta succedendo». Il ritornello di Mezzo rotto è stato, infine, spoilerato dalle due artiste in un video su TikTok. Si tratta di un brano che racconta una storia d’amore che cerca di resistere nonostante i problemi, oltre alla forza di due donne che si ritrovano a sostenersi l’un l’altra, Sancisce il rapporto di stima, amicizia e complicità musicale tra le due artiste, iniziato nel 2022 durante l’ultimo tour di Alessandra Amoroso in cui BigMama ha aperto la data di Napoli. Entrambe sul palco dell’ultimo Festival di Sanremo, hanno duettato anche all’Arena di Verona per Una Nessuna Centomila, evento che le ha viste entrambe schierate per la lotta contro la violenza sulle donne.

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