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Al cinema. Mostri da ridere e da paura

– Le prime visioni di questa settimana. Subito nelle sale, fresco di Laguna, “Beetlejuice Beetlejuice”, mentre torna in versione restaurata “Nightmare – dal profondo della notte”. Direttamente da Venezia 81 anche “Campo di battaglia” di Gianni Amelio, mentre arriva da Cannes “Limonov”

BEETLEJUICE BEETLEJUICE fantasy, horror, diretto da Tim Burton, con Michael Keaton, Winona Ryder, Monica Bellucci, Willem Dafoe e Justin Theroux. Durata 104 minuti.

È il sequel di Beetlejuice – Spiritello porcello, il film del 1998 dello stesso regista. Dopo un’improvvisa tragedia che li ha scossi, la famiglia Deetz torna nella casa a Winter River, questa volta con loro c’è anche la figlia adolescente di Lydia (Winona Ryder): Astrid (Jenna Ortega).

La vecchia dimora dei Deetz è ancora infestata dallo spirito di Beetlejuice (Michael Keaton), relegato, però, nel mondo dei non morti. Quando la ribelle Astrid si reca in soffitta, scopre il modellino della città e apre accidentalmente il portale dell’Aldilà. Essendo sorti diversi problemi nei due regni, quello degli spiriti e quello dei viventi, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il nome di Beetlejuice, permettendo all’irriverente e dispettoso spirito di tornare e portare nuovamente caos, soprattutto tra i Deetz.

Voto: 3.5 su 5

LIMONOV drammatico, diretto da Kirill Serebrennikov, con Ben Whishaw e Viktoria Miroshnichenko. Durata 133 minuti.

Racconta la scandalosa storia del poeta radicale sovietico Eduard Limonov (Ben Whishaw). Dopo aver raggiunto una certa fama in patria, si trasferì a New York, dove visse anche come senzatetto, per poi tornare in Europa, a Parigi. Qui Limonov entrò nei circoli letterari francesi e ricevette perfino la cittadinanza. Una volta tornato in patria, dopo la caduta dell’URSS, non solo venne definito un antieroe politico, ma fu attivissimo in politica specialmente in campo bellico.

Limonov è stato descritto in diversi modi o, meglio, è stato tante cose: militante rivoluzionario, delinquente, scrittore underground, maggiordomo di un miliardario di Manhattan, amante delle belle donne, attivista politico, guerrafondaio. È stato tutte queste persone, ma anche un poeta e romanziere, che ha raccontato la sua grandezza, imprimendo nell’inchiostro tutto se stesso. Il racconto della vita di Eduard Limonov è anche un viaggio tra la Russia, l’America e l’Europa nella seconda metà del XX secolo.

Voto: 3 su 5

CAMPO DI BATTAGLIA drammatico, diretto da Gianni Amelio, con Alessandro Borghi e Gabriel Montesi. Durata 104 minuti.

Presentato a Venezia, è ambientato sul finire della Prima Guerra Mondiale. Due ufficiali medici, amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare, dove ogni giorno arrivano dal fronte i feriti più gravi. Molti di loro però si sono procurati da soli le ferite, sono dei simulatori, che farebbero di tutto per non tornare a combattere.

Stefano (Gabriel Montesi), di famiglia altoborghese, con un padre che sogna per lui un avvenire in politica, è ossessionato da questi autolesionisti e, oltre che il medico, fa a suo modo lo sbirro. Giulio (Alessandro Borghi), apparentemente più comprensivo e tollerante, non si trova a proprio agio alla vista del sangue, è più portato verso la ricerca, avrebbe voluto diventare un biologo. Anna (Federica Rosellini), amica di entrambi dai tempi dell’università, sconta il fatto di essere donna. A quei tempi, senza una famiglia influente alle spalle, era difficile arrivare a una laurea in medicina. Ma lei affronta con grinta un lavoro duro e volontario alla Croce Rossa.

Qualcosa di strano accade tra i malati: molti si aggravano misteriosamente. Forse c’è qualcuno che provoca di proposito delle complicazioni alle loro ferite, perché i soldati vengano mandati a casa, anche storpi, anche mutilati, purché non tornino in battaglia. C’è dunque un sabotatore dentro l’ospedale, di cui Anna è la prima a sospettare. Ma sul fronte di guerra, proprio verso la fine del conflitto, si diffonde una specie di infezione che colpisce più delle armi nemiche. E presto contagia anche la popolazione civile…

Voto: 3 su 5

QUASI A CASA commedia, diretto da Carolina Pavone, con Lou Doillon e Maria Chiara Arrighini. Durata 94 minuti.

È la storia di una giovane musicista che un giorno incontra il suo idolo, una famosa cantante, modella e attrice francese (Lou Doillon). Le due donne stringono una forte e inattesa amicizia, ma la differenza di età e di status rende molto complicato e turbolento il loro legame.

Voto: 3 su 4

SOTTOCOPERTA commedia, diretto da Simona Cocozza, con Antonio Folletto e Maria Pia Calzone. Durata 94 minuti.

È ambientato a Napoli e vede protagonista l’ingenuo e solitario Fiorenzo (Antonio Folletto), un umile tuttofare, che sogna da sempre di viaggiare ma, non potendo permettersi una vacanza vera, si barrica in casa fingendo di essere partito per i Caraibi. Nel suo viaggio poetico ma casalingo, irrompe un’intrusa: Matrona (Maria Pia Calzone), una matura ex prostituta in cerca di una rivalsa personale. La vacanza immaginaria di due anime così diverse, ma entrambe emarginate dalla società, si trasformerà in qualcosa di magico.

Voto: 3 su 5

TAXI MONAMOUR drammatico, diretto da Ciro De Caro, con Rosa Palasciano e Yeva Sai. Durata 110 minuti.

Racconta la storia di due donne. Anna (Rosa Palasciano) ha una malattia che la costringe a vivere una solitudine forzata, ha una profonda crisi personale ed è in conflitto con la sua famiglia che le consiglia di seguire il suo compagno e trasferirsi in un’altra città per lavoro. Cristi (Yeva Sai) arriva da un paese in guerra, è costretta a stare lontana dalla sua famiglia e cercare di ricostruirsi una vita in Italia. Anche lei vive una condizione di solitudine che la fa stare male.

Quando le due donne, molto diverse ma con molto in comune, si incontrano, hanno l’occasione di assaporare la libertà. Un breve momento di gioia lontano da tutti e dalle loro angosce quotidiane…

Voto: 3 su 5

LINDA E IL POLLO animazione, del 2023, diretto da Chiara Malta, Sébastien Laudenbach, con Mélinée Leclerc e Clotilde Hesme. Durata 76 minuti.

È la storia di una mamma, Paulette, e di sua figlia Linda. Dopo un brutto litigio e una punizione ingiusta, Paulette si sente profondamente in colpa e farebbe qualsiasi cosa per farsi perdonare da sua figlia. Linda ha perso il papà sette anni fa e tra i pochi ricordi di bambina che ha di lui, c’è il pollo ai peperoni che le cucinava. Paulette decide di preparale questo piatto anche se non sa cucinare e non ha idea di come si prepari.

Ma la sfortuna vuole che proprio quel giorno ci sia uno sciopero generale e che tutto sia chiuso in città. Come farà la mamma a esaudire il desiderio della figlia e farle rivivere un ricordo speciale? È solo l’inizio di una rocambolesca avventura che coinvolgerà anche amici e parenti, tutti uniti per trovare un pollo da cucinare…

Voto: 3 su 5

NIGHTMARE – DAL PROFONDO DELLA NOTTE horror del 1984, diretto da Wes Craven, con John Saxon e Ronee Blakley. Durata 88 minuti.

Torna in versione restaurata il film del 1984 scritto e diretto da Wes Craven. L’adolescente Tina Grey si risveglia urlando da un incubo in cui si trovava inseguita da un uomo mostruoso, dalla pelle bruciata, che cercava di colpirla con un guanto munito d’artigli affilati come rasoi. La madre accorre da lei per tranquillizzarla, ma poi nota che la camicia da notte della figlia è squarciata da alcuni tagli. La madre di Tina va via per un paio di giorni, così la giovane, pur di non rimanere da sola la notte, invita a casa i suoi amici Glen Lantz (Johnny Depp), Nancy Thompson (Heather Langenkamp) e il suo fidanzato Rod Lane, per passare la serata insieme.

Glen e Nancy si dimostrano preoccupati per lo stato d’animo dell’amica. Nancy confessa inoltre di aver avuto anche lei un incubo in cui un uomo mostruoso la perseguitava. Tina riesce a prendere sonno, ma viene assalita di nuovo e massacrata. Rod, che dormiva in camera con lei, osserva impotente la sua fidanzata mentre viene dilaniata da profondi tagli e trascinata per la stanza da qualcosa d’invisibile.

Il ragazzo scappa uscendo dalla finestra. Nancy viene interrogata dalla polizia e afferma che Tina ha avuto degli incubi riguardanti qualcuno che cercava di ucciderla, ma gli agenti sono convinti che il fidanzato sia il colpevole dell’omicidio e lo arrestano.

Il giorno dopo, Nancy va scuola e senza accorgersene si addormenta sul banco. Ad un tratto vede il cadavere di Tina in un sacco dell’obitorio vicino a lei che la chiama. Seguendo la scia di sangue nel corridoio, la giovane finisce nella stanza delle caldaie e si trova davanti l’omicida, che tenta d’ucciderla, ma lei riesce a svegliarsi toccando una tubatura rovente. Sconvolta, la ragazza nota sul suo braccio un’ustione nel punto esatto in cui aveva toccato il tubo.

Dopo esser riuscita a prendere il cappello del killer, Nancy scopre finalmente l’identità del pazzo: si tratta dell’infanticida Freddie Krueger (Robert Englund), ritornato dal regno dei morti attraverso il mondo dei sogni, per vendicarsi di coloro che lo fecero bruciare vivo. Chi sarà in grado di restare sveglio e sopravvivere?

Voto: 4 su 5

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