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Al cinema. Il mistero Liberato

–  I film nelle sale questa settimana. La pellicola, metà documentario metà animazione, sul cantante napoletano dall’identità ignota non rivela il segreto, ma un amore
– Nuova puntata della saga del “Pianeta delle scimmie”, prova d’attrice di Anne Hathaway in “Mother’s Instinct”. “Accattaroma” sulle orme di Pasolini

IL SEGRETO DI LIBERATO documentario, animazione, diretto da Francesco Lettieri, Giorgio Testi, Giuseppe Squillaci, LRNZ.

No, Liberato non ha svelato la sua identità nel nuovo film Il segreto di Liberato, ma forse la pellicola, più che diretta al pubblico, altro non è che l’ennesima dichiarazione d’amore alla donna di cui oggi sappiamo il nome: Lucia. 

Il segreto di Liberato è un documentario ed è anche un film d’animazione. Al centro c’è Liberato, l’artista partenopeo dall’identità ignota. La sua carriera ha inizio nel 2017 con la sua musica che fonde la tradizione neomelodica napoletana, l’R&B e l’elettronica con alcune influenze hip-hop. Di lui non si sa nulla, si ignora perfino il viso, al suo posto, però, si conosce il suo simbolo: una rosa. Tra le poche esibizioni, che sono rimaste nella storia per la loro memorabilità, ricordiamo Rotonda Diaz a Napoli, il C2C di Torino, Milano Rocks all’Ippodromo di San Siro ma anche il Rock in Roma, dove il suo nome ha riunito venticinquemila persone. Non solo in Italia, ma anche al di là dei nostri confini, il suo nome ha acquisito notorietà: Liberato si è esibito al Sónar a Barcellona, ma ha segnato doppie date anche a Berlino, Parigi e Londra. 

Voto: 4.5 su 5

MOTHER’S INSTINCT thriller, diretto da Benoît Delhomme, con Anne Hathaway e Jessica Chastain. Durata 94 minuti.

È la storia di due migliori amiche, Alice (Jessica Chastain) e Celine (Anne Hathaway). Siamo negli anni Sessanta e le due donne vivono nello stesso quartiere dove tutto scorre sereno e armonioso. Hanno una vita invidiabile, mariti di successo, figli coetanei che giocano insieme, ricorrenze da festeggiare insieme. Il quadro ideale di una vita da sogno per quegli anni.

Tutto perfetto fino al giorno in cui una tragedia si abbatte su di loro. Mentre i bambini stanno giocando controllati da Alice, il figlio di Celine muore incidentalmente. Da quel momento nulla sarà più come prima. Le amiche si allontanano irrimediabilmente, innescando un vortice di paranoia e sospetto che darà inizio a una sottile ma feroce guerra psicologica tra le due.

Voto: 4 su 5

IL MIO POSTO È QUI drammatico, diretto da Cristiano Bortone, Daniela Porto, con Marco Leonardi e Ludovica Martino. 

È ambientato in un piccolo paese della Calabria, negli anni Quaranta, e racconta l’incontro e l’amicizia tra una ragazza madre promessa in sposa ad un uomo che non ama, e un omosessuale tornato nella sua terra per amore. Ludovica Martino e Marco Leonardi, diretti da Cristiano Bortone e Daniela Porto, portano sullo schermo una storia intensa, piena di verità, in cui una donna prende coscienza di sé, decide di ribellarsi al contesto patriarcale e cerca la propria strada per la felicità.

«Interpretare una donna che si emancipa così tanto sicuramente mi ha fatto aprire ancora di più gli occhi sul coraggio che ci vuole nel prendere una decisione diversa» dice Martino. «Come donna trovo che il film, nonostante sia ambientato negli anni Quaranta, abbia grande attinenza con le vite di tutte le Marte di oggi».

Proprio per la forza, l’attualità dei temi trattati e il livello del racconto Il mio posto è qui ha recentemente vinto i premi per la miglior regia e la migliore protagonista al festival di Bari. «C’è da fare molto secondo me, purtroppo accade… Ricordo un altro episodio, una persona anche grande di età, sotto la metro, mi sembra a Roma, ha picchiato due ragazzi che in realtà si stavano solo tenendo la mano. Quindi questa libertà di amare chi si vuole a volte viene a mancare. E questo è un problema e una grande tristezza», dice Leonardi. 

Voto: 3.5 su 5

LE RAVISSEMENT drammatico, diretto da Iris Kaltenbäck, con Hafsia Herzi e Alexis Manenti. Durata 97 minuti.

Racconta la storia di Lydia (Hafsia Herzi), un’ostetrica impegnata, che ama il suo lavoro e vi si dedica con grande passione. La donna perde il controllo della sua vita, quando subisce una delusione amorosa, a seguito di una rottura. Nello stesso periodo in cui deve affrontare la fine della sua relazione, la sua migliore amica Salomé (Nina Meurisse) le comunica di essere incinta.

Un giorno, mentre sta passeggiando con il figlio della sua amica, Lydia incontra Milos (Alexis Manenti), un uomo con cui ha avuto tempo prima un’avventura. Dopo questo incontro, la donna si ritrova incastrata in un vortice di menzogne, che sconvolgerà la vita di chiunque abbia intorno a sé. 

Voto: 3 su 5

ACCATTAROMA drammatico, diretto da Daniele Costantini, con Massimiliano Cardia e Simone De Bianchi. Durata 85 minuti.

Si svolge a Roma e vede protagonista Vittorio (Massimiliano Cardia), un borgataro di 45 anni che vive in via del Mandrione. Vittorio ha sempre sentito parlare del mitico Rio della Grana, un fiume che si trova “laggiù” vicino alla Borgata Gelsomino. Non sapendo come ci si arriva, decide di avviarsi a piedi, lì lo aspetta Aurelio per affidargli un lavoretto. L’unica cosa che sa, secondo le indicazioni dei vecchi del quartiere, è che si trova a “mille metri dalla camera da letto del Papa”.

Lungo il suo percorso, Vittorio incontra gli abitanti del quartiere, tra cui Amerigo e Begalone (Francesco Cassibba e Samuel Garofalo) che fanno, “i trovatori” ma non trovano mai nulla. Poi ci sono Nicoletta e il fidanzato Scintillone (Elisa Rocchetti e Daniele Cartocci), un ladruncolo di quartiere, e Nasca (Alessandro Martellucci) che cerca di vendere il suo crick. Vittorio racconta loro le storie dei personaggi di Pasolini, come Mamma Roma e Accattone, come se fossero davvero esistiti. Una tappa al bar di Stella (Elisa Sciotti), prima di proseguire il suo pellegrinaggio verso il Rio del Grana…

Voto: 4 su 5

IL REGNO DEL PIANETA DELLE SCIMMIE fantascienza, diretto da Wes Ball, con Owen Teague e Freya Allan. Durata 125 minuti.

Quasi sessant’anni dopo Il pianeta delle scimmie, la saga continua ad affascinare il pubblico. «Riflettono sempre noi stessi e i tempi in cui viviamo, quindi questi film hanno un significato e una risonanza più profondi», afferma il regista Wes Ball. Questo nuovo film è ambientato diverse generazioni dopo il regno di Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in armonia e gli umani sono costretti a vivere nell’ombra. Mentre un nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli umani. 

Voto: 3 su 5

FANTASTIC MACHINE documentario, diretto da Axel Danielson, Maximilien Van Aertryck, con Elio Germano e Chris Anderson. Durata 88 minuti.

Ripercorre tutta la storia della fotografia fino ad arrivare all’ossessione moderna dell’immagine riprodotta dalle fotocamere degli smartphone. La prima fotografia fu scattata circa duecento anni fa e da allora l’uomo ha sviluppato una reale ossessione per l’immagine prima analogica e in seguito digitale. Utilizzando materiale d’archivio, video amatoriali, fotografie storiche, questo documentario offre uno studio sociologico che allarga l’obiettivo sull’evoluzione dell’umanità attraverso il mezzo fotografico. Un’osservazione della storia sociale che ci interroga sugli effetti della sovraesposizione mediatica della nostra epoca.

Voto: 3 su 5

IL GUSTO DELLE COSE drammatico, diretto da Tran Anh Hung, con Juliette Binoche e Benoît Magimel. Durata 145 minuti.

Se credete che l’alta cucina sia quella di Masterchef vi sbagliate di grosso: ci sono cuochi che citano Sant’Agostino dicendo che «la felicità sta nel provare passione per quello che già si ha» o che definiscono l’invenzione di un piatto «una gioia per l’umanità più che la scoperta di una nuova stella». Così è almeno per lo chef Dodin Bouffant (Benoît Magimel) protagonista insieme a Eugenie (Juliette Binoche) de Il gusto delle cose di Tran Anh Hung, già in concorso a Cannes (premio alla regia).

Il film, in cui si racconta la storia d’amore tra questi due cuochi, sembra aver fatto anche un piccolo miracolo: Magimel e la Binoche che nel 2003 hanno avuto una relazione di quattro anni dalla quale è nata anche una figlia, Hanna, avrebbero ricucito i rapporti: «Tutto è stato trasformato sul set. L’amore è rimasto vivo malgrado la mancanza di comunicazione durata vent’anni» dice l’attrice.

Siamo nella Francia del XIX secolo e in un trionfo di vettovaglie di rame e di tecniche di cucina tramandate da secoli si consuma il rapporto ventennale tra questi due cuochi di altissimo livello, anche se il vero insuperabile maestro resta Dodin con il suo approccio metafisico alla cucina che lo distanzia da qualsiasi altro concorrente. E che tra Dodin ed Eugénie corra amore, anche se sotterraneo, occorrerà una malattia di lei perché venga alla luce con tutta la sua forza. Per la prima volta lui cucinerà per lei ed è inevitabile che finalmente la donna ceda e accetti di sposarlo. E questo dopo che Eugénie, molto indipendente, aveva sempre rifiutato le sue proposte perché nel matrimonio vedeva una minaccia alla sua libertà.

Adattamento del romanzo La vie et la passion de Dodin-Bouffant, gourmet di Marcel Rouf, pubblicato nel 1924, il film indugia molto sulla tecnica della cucina mostrando, passo passo, ricette, metodi e relative degustazioni. Insomma, una sorta di simposio (Dodin è circondato da raffinati amici buongustai) al cui centro ci sono pietanze come il pot-au-feu, bollito contadino del nord della Francia, o l’omelette norvegese, un dessert molto caldo all’esterno con un gelato all’interno che nel film fa piangere di piacere la piccola assistente cuoca Pauline.

Frasi cult del film quelle che dice Dodin-Bouffant: «Il matrimonio è un pasto che inizia dal dolce» e «Il vino è la parte intellettuale del pasto».

Voto: 3 su 5

LA PROFEZIA DEL MALE horror, diretto da Spenser Cohen, Anna Halberg, con Avantika e Jacob Batalon.

Protagonista è un un gruppo di amici che una sera decide di leggere i Tarocchi per gioco. Si rendono conto però, che il mazzo di carte ha qualcosa di strano e di sinistro. Qualcuno sa che la regola sacra nella lettura dei Tarocchi è quella di non usare mai le carte di qualcun altro. Ma ignari del pericolo che corrono, i giovani amici vanno avanti con il gioco. Dopo aver infranto la regola e scoperto che si stratta di carte maledette, uno dopo l’altro rimangono vittima della terribile profezia predetta nei Tarocchi. Dovranno trovare il modo di fuggire dal tragico destino che li ha condannati a morte…

 Voto: 2 su 5

TROPPO AZZURRO commedia, diretto da Filippo Barbagallo, con Filippo Barbagallo e Alice Benvenuti. Durata 88 minuti.

Racconta l’estate di Dario (Filippo Barbagallo), un venticinquenne romano che vive ancora con i genitori. Dario è un tipico ragazzo della sua età, ancora un po’ adolescente e insicuro. Sempre legato agli stessi amici, quelli del liceo, trascorre le sue calde giornate estive girando per la città in motorino. Raggiunge i suoi compagni in giro o al mare nelle giornate particolarmente torride. I suoi genitori, come quelli dei suoi amici, non sono di sicuro più maturi di lui, con le loro fragilità e il loro disorientamento. Poi ci sono Lara e Caterina (Martina Gatti e Alice Benvenuti), le due ragazze che gli piacciono ma che non lo degnano di uno sguardo. Riuscirà a superare la timidezza e fare una piccola follia per rendere la sua estate indimenticabile? 

Voto: 2.5 su 5

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