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Playlist #75. Armatrading, Capossela, Diodato…

– I segnali sonori più interessanti della settimana. Il nuovo singolo di Tamara Lindeman, alias The Weather Station, la Joni Mitchell del XXI secolo. L’inedito di Colapesce per il film “Iddu”. E ancora: Waxahatchee, Being Dead, Michael Kiwanuka, The Baker Brothers e Gera Bertolone

“Neon Signs”, The Weather Station

Nel 2022, Tamara Lindeman ha pubblicato come The Weather Station l’album lo splendido How Is It That I Should Look At The Stars, proclamato album dell’anno da Segnalisonori. Oggi, la musicista di Toronto annuncia il suo seguito, Humanhood, e svela il singolo principale Neon Signs.

«Ho scritto Neon Signs in un momento di sensazione confusa, a testa in giù, in quel momento in cui anche il desiderio cade, e la dissociazione ti stacca da una storia che, sebbene sbagliata, teneva ancora insieme le cose», ha detto Lindeman.  «La canzone è arrivata con più fili intrecciati; il modo in cui qualcosa che non è vera sembra avere un’intensità più energetica di qualcosa che lo è, la confusione di essere bombardati con pubblicità in un momento di emergenza climatica, la confusione delle relazioni in cui la coercizione è avvolta nel linguaggio dell’amore. In definitiva, però, non è tutta la stessa sensazione?».

Humanhood è stato registrato con il batterista Kieran Adams, il tastierista Ben Boye, il percussionista Philippe Melanson, lo specialista di reed-and-wind Karen Ng e il bassista Ben Whiteley, e prodotto da Lindeman e Marcus Paquin. 

“I’m Not Moving”, Joan Armatrading

Joan Armatrading ha annunciato che il suo nuovo album, How Did This Happen And What Does It Now Mean, sarà pubblicato da BMG il 22 novembre. Ad anticiparlo è il singolo I’m Not Moving che, come spiega Armatrading, è stata immediatamente costretta a scrivere dopo aver assistito a un comportamento pubblico conflittuale da parte di un giovane che ha suscitato allarme: «Era tipo: “Ucciderò tutti! Non mi sto muovendo! Puoi chiamare la polizia!”. Ne ho fatto una versione che era un po’ più mite».

How Did This Happen And What Does It Now Mean è stato interamente scritto, prodotto, programmato e progettato dalla stessa Joan Armatrading. Discutendo del titolo dell’album, dice: «Puoi applicarlo a qualsiasi cosa. Siamo in un posto così strano al momento, e tu pensi, come è successo? Alcune delle cose che stiamo attraversando, e alcune delle cose che possiamo dire e non possiamo dire, e possiamo e non possiamo fare: come diavolo siamo arrivati a questo punto, e cosa significa? Dove andremo adesso? È come fare una domanda a cui non puoi rispondere».

“Un atto di rivoluzione”, Diodato

Vale davvero la pena rimanere agganciati e vicinissimi alla produzione e ai messaggi della musica di Diodato. Ne saranno la prova i prossimi mesi, nei quali l’artista girerà l’Italia con il suo nuovo tour teatrale, completamente sold out e ricco di emozioni, lacrime, sorrisi, speranza. Tutto questo è contenuto nel brano Un atto di rivoluzione, il suo nuovo singolo.

Il desiderio di emozione raccontato nel brano trova realtà nella socialità, nel confronto con gli altri e soprattutto, nell’empatia. Un atto di rivoluzione è un manifesto del suo tour. Non a caso apre il concerto: si è già visto nei video e negli scatti degli ultimi giorni quanto ci sia fame di tutto questo, di una preghiera laica in grado di cambiare (magari anche solo nel suo piccolo) il modo di percepire il mondo. Con Antonio non è mai solo una questione di musica.

“Voodoo Mambo”, Vinicio Capossela

Primo singolo estratto da Sciusten Feste N.1965, il nuovo album di Vinicio Capossela in uscita venerdì 25 Ottobre per Warner Music Italy. Prodotto – così come tutto l’album – da Vinicio Capossela e Alessandro “Asso” Stefana, Voodoo Mambo vede la partecipazione di alcuni ospiti speciali: Marc Ribot alla chitarra elettrica, Vincenzo Vasi a marimba, kalimba e percussioni e Claudio Tosi, Giulia Galliani, Luca Latini ai cori voodoo.

«Man mano che l’età avanza bisogna prendere confidenza con i nomi propri di tutte le ossa, così da una costola di scheletro nell’armadio abbiamo tirato fuori un mambo osteopatico… che intanto è diventato “E ancora mambo”, “quantunque mambo”, “per sempre mambo”, il Voodoo mambo esorcizzante da ballare nella notte delle zucche vuote», racconta Capossela. «Del resto, è con la festa dei morti che iniziano le feste invernali, con il patteggiamento del dono, con le calaveras messicane del dias de los muertos, con la marimba ad ossa che fa resuscitare gli spiriti e li accompagna verso lo zenith dell’oscurità solstiziale. Il video si presenta come una specie di radiografia dell’umano a partire dai traumi. Con la crisi dei vinili, abbiamo pensato anche noi di suonarlo su lastre radiografiche!».

Sciusten Feste N.1965 sarà presentato dal vivo in Italia e in Europa in un tour dal titolo Conciati per le feste, al via il 26 ottobre.

“La Malvagità”, Colapesce

È il secondo estratto da IDDU – Sicilian Letters, la colonna sonora dell’omonimo film diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con protagonisti Elio Germano e Toni Servillo e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2024. La colonna sonora, scritta da Lorenzo “Colapesce” Urciullo ha conquistato il premio Soundtrack Star Award 2024. La Malvagità è l’unica canzone inedita presente nel film e lo chiude accompagnando il finale e i titoli di coda. Il brano racconta di un’umanità che non riesce a fare a meno del male. Da sempre forza motrice oscura della storia del mondo e degli esseri umani. Il mix e master è di Pino Pinaxa Pischetola.

L’album IDDU – Sicilian Letters uscirà il prossimo 11 ottobre. Un lavoro evocativo che affonda le radici nella grande tradizione italiana delle musiche per il grande schermo, da Ennio Morricone a Egisto Macchi e Fiorenzo Carpi, riuscendo nello stesso tempo a proiettarla nella contemporaneità. Unendo tradizione e innovazione, luce e oscurità, con richiami anche ai mondi sonori di compositori come Jon Hassel e band come i Popol Vuh. Un racconto in musica che ci mostra una Sicilia inedita, occulta e opprimente dove non c’è quasi mai il sole. 

“Godzilla Rises”, Being Dead

Being Dead cominciano il loro secondo album con Godzilla Rises, una canzone d’amore per il mostro. Questa traccia, come gran parte dell’album del duo di Austin, è assurda, umoristica e toccante. Ma se è Godzilla che fa davvero battere il cuore della band, forse è perché il personaggio è apparso per la prima volta nel 1954, lo stesso anno in cui il rock’n’roll stesso stava iniziando a sfondare la sua strada nella vita moderna. EELS ci porta in una temporalità vintage riconoscibile ma in continua evoluzione. Non c’è internet in questo album e su Love Machine sentiamo parlare di tecnologia che è programmata per essere un “rubacuori”, una presunzione di innumerevoli film di fantascienza e programmi televisivi di decenni fa. I Being Dead non sono certo il primo gruppo rock che tenta di crearsi un proprio piccolo orticello dove coltivare l’estetica fantastica e storica, ma lo fanno con una verve e un senso dell’umorismo che sono del XXI secolo. La loro musica ha un senso palpabile di desiderio, che è un ingrediente necessario nei sogni americani, perché solo la fantasia può completare realtà tristemente inadeguate. Con un orecchio per il romanticismo e la frivolezza mancanti nel presente, Falcon Bitch e Shmoofy rifanno il futuro a immagine del passato.

“Much Ado About Nothing”, Waxahatchee

Waxahatchee ha trascorso una buona parte di quest’anno in viaggio per sostenere il suo album Tigers Blood, uscito in marzo Nella maggior parte degli spettacoli, ha suonato quell’album per intero, ma ha anche eseguito una canzone inedita dal titolo shakespeariano Much Ado About Nothing. “Molto rumore per nulla” si adatta perfettamente al mondo del folk-rock leggero di Tigers Blood, completo di splendide armonie vocali che cantano sull’essere veri.

“The rest of Me”, Michael Kiwanuka

Michael Kiwanuka pubblica una nuova traccia, The rest of Me, tratta dal suo nuovo album Small Changes in uscita in tutto il mondo il 15 novembre. La traccia arriva accompagnata da un videoclip girato da Yout. Il  produttore Brian Burton (Danger Mouse) e Michael hanno discusso sulla direzione dell’album e in particolare di questo singolo, affermando il loro desiderio di realizzare un disco che trascendesse qualsiasi nozione di ciò che è o non è considerato “cool”. «Stavamo cercando di ottenere qualcosa che avrebbe potuto essere inserito in un album di Bill Withers o di Sade», racconta l’artista. In effetti, Sade è l’ispirazione di questo nuovo brano, perché Michael ricorda i pomeriggi trascorsi da bambino sul sedile posteriore dell’auto della zia, «dove Diamond Life veniva suonato continuamente».

Nella primavera del 2025 Michael Kiwanuka s’imbarcherà nel suo tour in Europa e Gran Bretagna che farà tappa anche in Italia a Milano il 3 marzo all’Alcatraz.

“Sunrise”, The Baker Brothers feat. Hannah Williams

Primo singolo estratto dal nuovo album in arrivo a novembre The Next Last Party del gruppo britannico The Baker Brothers ed è una fetta di disco-boogie-funk con fiati serrati, una sezione ritmica trascinante e assoli di synth e sax al fulmicotone. Il loro groove, profondamente radicato nella nostalgia soul, trae ispirazione da atti leggendari come Steely Dan, Sly & The Family Stone, The Doobie Brothers, D’Angelo, The Roots, The Meters e Prince.

“Figghia mia”, Gera Bertolone

Dopo Abballati, esce Figghia mia, secondo singolo della cantante e compositrice Gera Bertolone. Il brano, anticipa il nuovo album Femmina (in uscita il 18 ottobre) ed è accompagnato dal videoclip.

«È una ninnananna, un canto di sollievo», racconta la cantautrice siciliana di base a Parigi. «Desideravo un universo onirico, cinematografico: un’immersione sonora allo stesso tempo dolce e potente che tocca l’intimo, un loop ricorrente di chitarra con un contrappunto di violoncello e percussioni, come un cuore che batte. E si conclude con un coro di giovani donne nello spirito di Arvo Pärt. Questa ninna nanna rock è un omaggio a tutte le madri, in tempo di pace come in tempo di guerra…».

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