Disco

La svolta di The Smile: Radiohead addio

– Esce “Cutouts”, secondo album in un anno del trio formato da Thom Yorke e Jonny Greenwood con il batterista Tom Skinner
– Suona come il un gemello spirituale del precedente “Wall of Eyes”, ma è  più coeso, coinvolgente e ritmicamente piacevole del predecessore

Quanto dovrebbero essere felici i fan dei Radiohead per gli Smile? L’ultimo tentativo del duo perennemente cupo del rock alternativo formato da Thom Yorke e Jonny Greenwood, affiancato dal muscoloso batterista dei Sons of Kemet Tom Skinner, era stato inizialmente accolto come un altro progetto parallelo dei Radiohead. Ma avendo da poco pubblicato il loro terzo album in meno di tre anni, il tetro trio power assomiglia sempre di più non a una deviazione, ma un balzo evolutivo in avanti che lascia i Radiohead a girare nel vuoto.

Invero, la sensazione che questo non fosse un progetto parallelo per Yorke e Greenwood è cominciata a balenare quando hanno intrapreso il nuovo tour con un concerto maestosamente intenso dopo la pubblicazione dell’intenso Wall of Eyes lo scorso gennaio, al quale a poca distanza fa seguito Cutouts, il nuovo album in uscita il 4 ottobre. Una sorpresa, se si considera che Thom Yorke e Jonny Greenwood si sono entrambi tenuti impegnati a comporre colonne sonore, mentre il batterista Tom Skinner è stato in tour con la sua band Bishara. Meno sorprendente è il fatto che Cutouts si ascolti come un gemello spirituale a Wall of Eyes, adattandosi come la seconda parte di un doppio album. Il nuovo lavoro, tuttavia, è il più solido dei due, in quanto vede la band migliorare il songwriting influenzato dal prog mentre crea qualcosa di più coeso, coinvolgente e ritmicamente piacevole del predecessore.

Cutouts inizialmente sembra più impegnativo rispetto a Wall of Eyes. L’album si apre con Foreign Spies, ode cupa a un “bel mondo lastricato d’oro” che viene disfatto dall’arroganza dell’umanità: “Ci stiamo sciogliendo… Cadendo, legati”, canta Yorke su un triste arpeggio sintetico. Segue Instant Psalm, dispensatrice d’elettronica per una sensazione più terrosa che canalizza la tensione di Friends dei Led Zeppelin, anche se con quel ritmo lento che evoca la tristezza, marchio di fabbrica delle composizioni più semplici di Yorke.

The Smile si concentrano su sintetizzatori, atonalità, riff angolari e illusioni cinematografiche per riempire la loro visione inebriante.  Si vira verso il progressive con Zero Sum e il suo riff di chitarra ad alta energia che ricorda Thela Hun Ginjeet dei King Crimson. Colours Fly introduce in un mondo ancora più oscuro con la sua progressione di accordi arabeschi che si costruisce nel corso della canzone, riflettendo la crescente immersione di Greenwood nella musica mediorientale. In Eyes & Mouth la voce lancinante di Yorke si muove sinuosa su ritmi ballabili.  In Don’t Get Me Started, il disco comincia a rallentare, mentre le chitarre lasciano il posto a suoni elettronici. “Non sono il cattivo / Scegli qualcun altro”, canta Yorke con aria di sfida su ritmi computerizzati.

Thom Yorke durante il concerto tenuto lo scorso giugno al Medimex di Taranto

Tiptoe è una ballata jazz, brillante, con un semplice arrangiamento per pianoforte e archi che ricordano la colonna sonora di The Master di Greenwood o Moon Shaped Pool dei Radiohead, ma anche Blackstar di David Bowie. La cupa The Slip vede una chitarra elettrica sincopata dialogare con le percussioni. La canzone seguente, invece, presenta un modello di tamburo che ricorda Jigsaw Falling Into Place di In Rainbows: “Nessuna parola può esprimerlo”, canta Yorke in No Words, una traccia che sembra un po’ fuori posto su Cutouts. È l’unico difetto di un album che risulta il migliore di The Smile fino ad oggi. I loro primi due progetti sembravano più incongrui da una traccia all’altra, offrendo l’immagine di un’esperienza sconnessa. Per la maggior parte, Cutouts – a dispetto del suo titolo: “ritagli” – non soffre dello stesso danno. Questo è un lavoro che deve essere ascoltato dall’inizio alla fine per essere apprezzato pienamente, proprio come i film che i suoi creatori hanno cominciato a musicare al di fuori del loro lavoro con le band.

Che The Smile non sia più una “sbandata”, ormai lo hanno capito anche gli altri Radiohead. Persino Colin Greenwood, il bassista della band che aveva sollevato una speranza quando rivelò che il quintetto si era riunito di recente a Londra per provare. Oggi Greenwood si sta unendo ai Bad Seeds per partecipare al tour europeo di Nick Cave. Nel frattempo, il suo fratellino poliglotta musicale apparentemente non può smettere di fare musica con il suo vecchio amico. 

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