Eventi

Il “presente differente” del Mercurio Festival

– Al via il 21 settembre con il supergruppo I Hate My Village la sesta edizione della rassegna multidisciplinare e trasversale che propone una miscela originale di generi e linguaggi
– Fino al 5 ottobre musica, teatro, danza, cinema, arti visive si incontreranno e si intrecceranno a Palermo dando vita a performance originali e uniche 

Alla sua sesta edizione, sulla scia del successo delle precedenti, Mercurio continua nel percorso che ha contraddistinto l’identità del festival sin dalla sua nascita. Una formula davvero originale: a ogni ospite viene richiesto di indicare per l’anno successivo l’artista o la compagnia con cui sente maggiore affinità o di cui reputa il lavoro degno di interesse, tanto da farlo conoscere in una rassegna internazionale come quella che si tiene ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo. Insomma, musicisti, registi e attori diventano direttori artistici.

«Una formula che quest’anno cambia, sempre su suggerimento degli stessi artisti», annuncia Giuseppe Provinzano, che gestisce il meccanismo di curatela della manifestazione. «Non a caso il titolo di questa edizione è Different present, un presente differente, anche in seguito al cambio di rotta del festival. Gli artisti hanno voluto fare inviti trasversali, accentuando così il carattere di trasversalità del festival, valorizzando visioni laterali, il rischio culturale e la ricerca artistica. Ne è venuto fuori un programma coraggioso … e sì, davvero differente da tutto quello che si può vedere in qualsiasi altro festival. Mercurio offrirà quest’anno una miscela originale di generi e linguaggi, presentando le creazioni di attori, registi, coreografi, gruppi, artisti visivi e musicisti di chiara fama insieme a nomi emergenti della scena contemporanea nazionale e internazionale, valorizzando compagnie storiche e presentando al pubblico realtà artistiche per la prima volta a Palermo».

Sergio Beercock 

LE ANTEPRIME

L’altra novità di Mercurio è la durata. Quest’anno il festival sarà più lungo: s’inizia il 21 settembre per terminare il 5 ottobre. E sarà diviso in due momenti. Dopo l’anteprima del 21 settembre con il concerto del supergruppo italiano I Hate My Village – espressione di una ventennale esperienza nella scena alternativa nazionale tra Calibro 35, Afterhours, Bud Spencer Blues Explosion, Verdena e Jennifer Gentle -, dal giorno seguente verrà affrontato il tema “Quando diventerò piccolo” con il ritorno di Sergio Beercock allo Spazio Franco con una delle ultime produzioni nate nell’ambito della fucina creativa di Babel. Quando diventerò piccolo è una creazione performativa tra teatro e musica per adulti e bambini, ispirata agli autori di formazione del ‘900 e del 2000 italiano -Bruno Tognolini, Gianni Rodari, Alberto Savinio, Danilo Dolci-, che l’autore fonde con storie dell’infanzia propria e di tutti, attraverso la poesia performativa, il teatro-conferenza, la musica dal vivo, e le coreografie di Simona Argentieri.

L’anteprima si conclude con un progetto speciale di reinvenzione dei formati scenici che Mercurio porta avanti con progetti ibridi e multidisciplinari che fondono diversi generi artistici senza soluzione di continuità: su questa scia il teatro partecipato di Qui e Ora e dell’artista catalano Roger Bernat con La Scelta (25 settembre, ore 21.00, Spazio Franco) basato sulla compenetrazione di artisti e spettatori, ipostatizzando il concetto di dubbio, come missione dell’arte.

IL TEATRO

Dal 26 settembre verrà svolto il secondo tema, ovvero “I linguaggi del corpo”. Dal teatro alla musica, dalla danza alla performance, dall’arte visiva a quella digitale. Musica e teatro si fondono ancora in S’i’ fosse foco di Anna Coppola e Sciami Cromatici (26/09, ore 22.00, Spazio Franco), che porta in scena i monologhi nati da storie di vita del quartiere San Siro di Milano, interpretati dalla stessa Anna Coppola, il canto di Camilla Barbarito, la musica di Fabio Marconi e Guido Baldoni, la drammaturgia di Marco Ferro, in una narrazione a più voci, che attraversa quasi un secolo di storia vissuta, quotidiana, pulsante dove le parole si alternano a canzoni di autori come Jannacci, Conte, Modugno e tanti altri. 

Reinterpreta un classico del teatro italiano Natale in casa Cupiello / spettacolo per attore cum figuris (02/10, ore 21.00, Spazio Tre Navate), ideato da Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia con la regia di Lello Serao, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro come miglior spettacolo dell’anno 2023, vincitore del Premio Hystrio e finalista al Premio Ubu; mentre un triste caso di cronaca italiana ispira la prosa del drammaturgo, regista, attore, pedagogo, Fabio Banfo, a Mercurio 2024 con lo spettacolo che ha segnato il suo debutto al teatro nel 2017 per poi realizzare una lunga tournée che lo ha visto girare in tutta Italia per oltre cento repliche con  la pièce Alfredino. L’Italia in fondo a un pozzo (03/10, Spazio Tre Navate) sulla tragica vicenda del piccolo Alfredo Rampi, precipitato il 10 giugno 1981 in un pozzo artesiano di 80 metri nelle campagne di Vermicino, e dei disperati tentativi di salvarlo nei tre giorni successivi. 

Il percorso dedicato alla drammaturgia prosegue con Le Vacanze di Alessandro Berti (4/10, ore 21.00, Spazio Tre Navate), non un testo sul futuro, ma sul presente, sul presente visto dal futuro, in cui l’autore, Premio Riccione all’Innovazione drammaturgica 2022, si confronta con le urgenze del nostro tempo- crisi, climatica, guerre, migrazioni- attraverso il resoconto di una giornata di due adolescenti brillanti, eredi curiosi in un mondo estremo. E con Andrea Cosentino, attore, autore, comico e studioso di teatro, con Rimbambimenti. Un ted talk senescente in salsa punk (5/10, ore 21.00, Spazio Tre Navate) concerto/spettacolo che, allineandosi alle concezioni di tempo e materia della fisica quantistica, smonta inevitabilmente ogni ordine e logica causale.

Tra le visioni stranianti, Ilenia Caleo e Silvia Calderoni sperimentano sintonizzazioni e possibilità di relazione tra i corpi, a partire dal modello politico del sesso in pubblico. The present is not enough (28.09 e 29.09, ore 21.00, Spazio ZAC), porta nello spazio della scena la memoria del mondo gay e queer degli anni ‘70 e ‘80, ispirandosi all’esperienza storica dei piers di New York in un momento in cui la zona Chelsea era lo spazio dove incontrarsi. 

LA DANZA

Ritorna anche la danza, presenza importante del festival sin dalla prime edizioni con ospiti di assoluto rilievo come Sasha Waltz e Alessandro Sciarroni, e che in quest’edizione rivolge uno sguardo ad artisti e compagnie della scena europee e internazionali come la Cie Samuel Mathieu di Tolosa con Frau Troffea (26.09, ore 21.00, Spazio Tre Navate); Edivaldo Ernesto, esperto di improvvisazione, insegnante e coreografo nato in Mozambico e residente a Berlino, già danzatore di Sasha Waltz (e da lei invitato a Mercurio), tra le presenze più richieste dei festival internazionali (sarò di scena il 27/09 alle ore 21.00 allo Spazio Tre Navate); e Giorgia Ohanesian Nardin, artista italiana di discendenza armena considerata tra le più interessanti della scena emergente italiana, che pratica nei contesti della danza e della performance dal vivo, con Premonition, il 29/09 alle ore 21.00 allo Spazio Tre Navate. 

Camilla Pisani

LA MUSICA

La sezione musicale di Mercurio che innerva tutto il festival, dopo l’apertura con I Hate My Village, prosegue sul fronte delle ultime tendenze dell’elettronica e della tecnologia digitale, il (28/09, ore 23.00 Spazio Franco) , è dedicato all’esplorazione dei nuovi orizzonti sonori, a partire dal live set di Riad Nassar in collaborazione con il Verein Düsseldorf Palermo, che combina elettronica e video, creando dei veri e propri paesaggi sonori, e la music performance tra dark ambient, drone, soundscape, industrial, soft noise e minimal electronic di Camilla Pisani (Phant[as]) fino al Middle eastern clubbing dell’attesissimo Nava Project, nato dall’unione delle influenze persiane della cantante Nava Golchini, tra i volti di successo della trasmissione X Factor, e il background italiano dei suoi musicisti Francesco e Marco Fugazza, Elia Pastori.

E ancora, nella seconda settimana la cantante e sound artist, Giulia Deval, (3 ottobre h 22.30 Spazio Franco) che si muove tra sperimentazione e arte contemporanea; il 4 ottobre all’Averna Spazio Open il progetto musicale della batterista e sassofonista Juliette Ant (Baustelle, Chiello, Colombre) in concerto con il compositore, cantautore e performer N.A.I.P. “nessun artista in particolare”, (anche lui talento di X Factor di cui è stato finalista); la cantante Marta Del Grandi, nuovo astro nascente della musica cantautoriale italiana, già programmata in moltissimi festival per un sound che si muove tra dream pop, folk e synth e la storica band Savana Funk che unisce funk, rock, blues e musica africana con jam incendiarie e groove irresistibili. 

PERFORMANCE

A compenetrare l’immaginario performativo del Mercurio Festival le performance dell’artista svizzero Manuel Maria Perrone con il collettivo Le Syndrome  (di base a Marsiglia,Francia) che creeranno una performance urbana originale abitando gli spazi dei Cantieri Culturali, Messa per un diluvio (ven 27/09 – h 23 – Piazza Bausch) si muove tra rito e spettacolo , tra atto di fede e sospensione dell’incredulità, integrando il paesaggio, l’architettura e gli abitanti dei luoghi nei quali approda, cercando di mettere in luce e ombra dei temi delicati e imbarazzanti.  Si prosegue il giorno (28/09 – h 22.30- Spazio Franco) con Esercizi di equilibrio sull’asse di genere del performer spagnolo di Elan D’Orphium che indaga il confine dell’identità di genere e l’ipocrisia della società contemporanea e infine Song for invisible garden di Susana Ljuljanovic, (gio 3/10, ven 4/10, sab 5/10 alle 19,19.30, 20, 20.30) lavoro site specific per lo Spazio Marceau che accoglie solo 15 persone alla volta. 

CINEMA

Non mancherà infine il cinema, con la proiezione di Lisca Bianca, film di Giuseppe Galante e Giorgia Chiara Luna Sciabbica, (28.09, ore 18.30, Cinema De Seta) che racconta la storia di dell’omonima barca a vela che da quasi quarant’anni «cambia la vita delle persone»: un’imbarcazione in grado di trasformarsi in una casa, di fare il giro del mondo ed ora di diventare un’occasione di riscatto per soggetti in difficoltà. Attraverso gli occhi di una giovane coppia di skipper, di un sociologo appassionato di vela e la voce della donna che la fece costruire, scopriremo la mitica figura di Lisca Bianca, un “essere” quasi magico che, rinato dalle sue ceneri dopo 30 anni di abbandono, continua a realizzare sogni di libertà.

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