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C’è anche un po’ di Sicilia negli Incognito

– L’iconica band capitanata dal leggendario Jean-Paul Maunick alias Bluey, inventore dell’acid jazz, giovedì 25 luglio sarà in concerto a Siracusa, ospite dell’Ara World Fest (Etna permettendo)
– Fra i 12 elementi della formazione, alle tastiere siede il trapanese Gioacchino “Chicco” Allotta. L’ex Ottoni Animati ha trovato a Londra una seconda patria. Nel progetto altri due italiani: il friulano Massimo Orselli e il romano Francesco Mendolia 
– La confessione di “Bluey” Maunick: «Mi hanno diagnosticato il Parkinson nel 2023. Mi ha spaventato all’inizio. Poi ho pensato, perché non io? Credo che l’universo mi abbia scelto per essere al servizio di altri malati di questa malattia in tutto il mondo» 

In * kuhg * nee * tow. Sono note musicali le quattro sillabe che compongono il nome di «Incognito». Il nome di un progetto, di una band, di una formazione britannica originaria delle Mauritius che ancora adesso è un inno allo stile, alla grazia, al saper fare musica e alla convivenza in palcoscenico. Che diventa esplosivo e carezzevole cocktail di funk, r’n’b, jazz, soul. Grazie all’estro e alla passione di Bluey (alias Jean Paul Maunick) che ne è tuttora il leader, hanno realizzato album-manifesto di quello che è consegnato alla storia della musica come acid-jazz, con l’angelo custode Gilles Peterson a curarne le produzioni e i viaggi nei continenti.

«Conoscevo Gilles dai tempi di Radio Invicta: ero la sua prima intervista in assoluto nei primi anni Ottanta! È venuto a vederci suonare al Southport Weekender e quando ha sentito il nostro arrangiamento di Always There – un mix tra la voce degli Side Effects e l’originale di Ronnie Laws con i nostri caratteristici fiati – ha subito voluto che lo registrassimo! Il nostro cantante si è ammalato all’ultimo minuto, quindi Gilles ha suggerito Jocelyn Brown… Il resto è storia di Incognito. Poi ha dato il brano a David Morales per il remix, e quel mix è diventato un successo mondiale e ci ha aperto la strada per avere i piedi ben piantati sia nella musica dal vivo che nelle scene dei club. Questa collaborazione con Gilles ha avuto un impatto enorme sul modo in cui avrei fatto musica da quel momento in poi».

Jean-Paul Maunick alias “Bluey” nato nelle Mauritius nel 1957

Con quel singolo e l’album Inside Life del 1991, gli Incognito, oltre a conquistare i club e le classifiche, divennero involontariamente eroi dello smooth jazz negli Stati Uniti. Un gruppo che in quasi 45 anni si è costantemente evoluto, nella formazione e nel sound, restando tuttavia sempre fedele alla grandissima qualità che contraddistingue ogni sua esibizione. Jean-Paul Maunick alias Bluey ha lavorato con una vasta gamma di artisti tra cui; Chaka Khan, Omar, George Benson, Maxi Priest, Leon Ware, Lulu, Paul Weller, Stevie Wonder, Mario Biondi e molti, molti altri. Ha pubblicato 24 album con Incognito, i suoi progetti da solista e ha formato un altro gruppo, i Citrus Sun, prevalentemente strumentale.

Il chitarrista, compositore e produttore attorno al quale ruota il progetto Incognito, ha pubblicato l’album Into You ed è perennemente in tour fra Regno Unito, Giappone e Italia, dove si trova proprio in questi giorni e, Etna permettendo, giovedì 25 luglio dovrebbe essere lui a inaugurare con i suoi Incognito  l’Ara World Fest nel Parco archeologico di Siracusa. Gli Incognito stanno arrivando in Sicilia in treno, dopo che la pioggia di cenere ha mandato in tilt l’aeroporto di Fontanarossa facendo “saltare” la preventivata apertura con Goran Bregović della rassegna nell’Ara di Ierone. Il prossimo settembre, inoltre, Jean-Paul “Bluey” Maunick porterà sul palco del Blue Note di Milano il progetto Citrus Sun, una band di otto elementi composta in gran parte da membri della band Incognito. 

Una frenetica attività che non sembra per nulla rallentata dalla diagnosi precoce di Parkinson che gli è stata confermata lo scorso anno. «Mi ha spaventato all’inizio. Poi ho pensato, perché non io? Ho abbracciato il viaggio che mi attende. Credo che l’universo mi abbia scelto per avere questo, per essere al servizio di altri malati di questa malattia in tutto il mondo», ha commentato nella newsletter ai fan comunicando la notizia.

Una formazione degli Incognito

Jean-Paul Maunick non è il primo musicista a dover affrontare il morbo di Parkinson. Maurice White degli Earth, Wind & Fire rivelò in un’intervista a Rolling Stone nel 2000 che otto anni prima gli era stata diagnosticata la malattia, che la tenne tranquilla fino al 2016, quando morì all’età di 74 anni. Mentre l’anno scorso, è stato il cantante Neil Diamond a parlare della sua convivenza a 82 anni con la malattia.

In questo tour gli Incognito sono un collettivo di 12 elementi, perfetta espressione di un mix di etnie, culture e sonorità, nel quale jazz, funky, soul, nu soul e r’n’b si intrecciano, con il ritmo a fare da prezioso collante. In due parole: acid jazz, un genere di cui sono stati gli autentici pionieri, tanto da essere presi in seguito come riferimento da altri gruppi. «Acid jazz non è una formula matematica, è stato un movimento che avvicinava musicisti, dj e il mondo dei club che amano ballare, tre parti di un unico fenomeno», ha sempre sostenuto Bluey.

Sul palco, al fianco di “Bluey” Maunick ci sono tre coristi, fra cui Joy Rose e Tony Momrelle, Chicco Allotta (tastiere), Francis Hylton (basso), Francesco Mendolia (batteria), Massimo Orselli (percussioni), Charlie Allen (chitarra solista), Sid Gauld (tromba), Alistair White (trombone) e Paul Booth (sassofoni e fiati). 

Il trapanese Chicco Allotta

Fra i musicisti italiani “arruolati” nel progetto – il friulano Massimo Orselli e il romano Francesco Mendolia – c’è anche il siciliano Chicco Allotta alle tastiere da due anni nella formazione guidata da “Bluey” Maunick. Trapanese, Gioacchino “Chicco” Allotta vive in Inghilterra da circa dieci anni. Una avventura musicale cominciata nel 2008 con gli Ottoni animati e proseguita con i King Alpha fra jazz, fusion e funky. A Londra scommette sulla musica strumentale. Comincia a frequentare Chantae Cann, Heidi Joubert, Davide Shorty, Jay Phelps e Tony Momrelle. Mentre si esibiva con quest’ultimo e con Imaani Saalem, nei pub di Londra, è stato reclutato dagli Incognito. «La vita a Londra è difficile, ma la capitale britannica resta uno dei playground musicali più interessanti al mondo», commenta. «Qui ho suonato con musicisti di ogni Paese. Non c’è nessun altro luogo nella nostra parte di mondo con così tanta musica e così tanti investimenti nel comparto artistico. Anche dopo la Brexit e la pandemia, Londra spacca».

Dal vivo gli Incognito offrono uno spettacolo fresco, ben strutturato, dinamico e coinvolgente. Fra i brani che hanno suonato nel concerto romano che ha preceduto quello di Siracusa, si sono ascoltati Still a friend of mineAlways ThereAsRootsParisienne Girl(primo brano degli Incognito), 1975When the sun goes downTalking Loud. Non manca Colibrì, lunghissimo brano in cui, in perfetto stile jazz, ogni musicista ha il suo spazio solista, il suo momento di gloria. Bluey ha anche cantato Lovely Day di Bill Whiters. Un’ora e mezza carica di grande groove.

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